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La fotografia scattata dai dati Istat. A fronte di una crescita del Pil i consumi di spesa delle famiglie liguri restano moderati
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LIGURIA - La tradizionale vocazione ligure al risparmio è confermata dai numeri e cresce con le situazioni di incertezza del quadro economico. 

La prima buona notizie per il Prodotto interno lordo della Regione Liguria per il 2022 è che l'ultima stima previsionale di Prometeia dà in crescita quest'anno del 3,5% contro il 2,3% stimato ad aprile.

Secondo i dati Istat relativi al 2021 la Liguria cresce anche sotto la voce del reddito disponibile. Si tratta del reddito di cui le famiglie possono usufruire dopo aver adempiuto agli obblighi fiscali. Tra le Regioni del Nord-Ovest il più sostenuto incremento del reddito si registra proprio per Liguria e Lombardia (+3,9%) di fronte a una media nazionale del 3,6%.

I dati mostrano per l'anno passato una crescita del Pil più marcata per la Lombardia e la Basilicata (+7,7%) con la Liguria il linea con la media nazionale con un +6,6% (media nazionale +6,7%). Più contenuto per la Liguria per quanto riguarda la voce della spesa per consumi delle famiglie con la Liguria che fa segnare un 4% di fronte a una media nazionale del 5,3%.

I due dati evidenziano da una parte la crescita del Pil regionale e dall'altra i consumi delle famiglie (tasse escluse). Osservando il confronto è confermata la predisposizione dei liguri al risparmio. La forbice tra i due dati è infatti tra le più ampie in Liguria (2,7% di differenza) insieme a Basilicata, Emilia Romagna, Marche e Puglia. A fronte di una crescita del Pil i consumi di spesa delle famiglie liguri restano moderati. 

Inflazione, crisi energetica e un quadro generale complesso si fanno sentire nella visione che i genovesi hanno del futuro economico. Uno studio di settore legato alle assicurazioni ha mostrato come tendono a reagire i genovesi di fronte a questa situazione di incertezza: quasi uno su due (il 47%) preferisce non investire e al contrario tenere i propri risparmi sul conto corrente.

Per quanto riguarda le forme di investimento le più gettonate sono quelle di medio-lungo periodo, dai fondi pensione (18%) alle polizze di risparmio e accumulo (22%). Un ulteriore 8% invece guarda al mattone. Se un 41% farebbe da sé, il 49% si affiderebbe a un consulente specializzato così da limitare il più possibile il fattore emotivo e trovare la soluzione più idonea ai suoi obiettivi e alle sue disponibilità.

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