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L'assessore alla Protezione civile di Regione Liguria Giampedrone: "Ne parleremo al festival delle Regioni in programma il 5-6 dicembre. Serve una programmazione in più anni per consentire ai territori di progettare quelle opere di messa in sicurezza"
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GENOVA - La strada di Santa Marta a Ceranesi è stata riaperta dopo oltre tre anni. Chiusa per una frana solo pochi giorni fa la viabilità è tornata pienamente regolare (Guarda qui). Nella frazione di Cenova nel comune di Rezzo due anni dopo la frana sono ancora in corso i lavori di messa in sicurezza. Di situazioni simile ce ne sono decine e decine. E poi ci sono le alluvioni che in serie hanno colpito la regione da Levante a Ponente, valli interne incluse: dal 2010 a oggi sparse nel territorio ligure si contano otto eventi alluvionali.

Un territorio fragile quello Ligure che ogni autunno fa la conta dei danni e dei problemi. Dopo la tragedia di Ischia il tema della sicurezza idrogeologica è tornato fortemente al centro delle agende politiche. Sarà questo uno dei temi principali affrontati nella due giorni del primo festival delle Regioni in programma a Milano e Monza il 5 e 6 dicembre (Leggi qui).

Tra le discussioni anche la ripartizione dei fondi ordinari per far fronte alle situazioni non di emergenza. Situazione che in questi giorni entra di diritto nella legge di Bilancio che il neo insediato governo Meloni sta affrontando.

Ma da Regione Liguria arriva una richiesta chiara diretta al governo per far sì che i fondi non emergenziali vengano distribuiti nel modo migliore possibile: "Per quanto riguarda i fondi ordinari il termine indice demografico ha sempre guidato la distribuzione - spiega l'assessore regione alla Protezione civile Giacomo Giampedrone -. La Liguria a livello nazionale vale il 2-3% di questo indice, ma se guardiamo le situazioni di rischio idrogeologico il territorio ligure ha un'alta percentuale. Spero che uno dei temi che potrà guidare la ripartizione dei fondi (nel futuro ndr) possa essere non l'indice demografico ma l'indice di popolazione a rischio. Serve una programmazione in più anni per consentire ai territori di progettare quelle opere di messa in sicurezza, che poi vuol dire salvare vite umane" conclude Giampedrone.

Nel 2021 erano stati stanziati dall'allora governo a livello nazionale circa 300milioni per interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico. Risorse finanziate dal ministero della Transizione ecologica di Roberto Cingolani. Alla Liguria erano spettati 9,3 milioni. Alla Lombardia oltre 32 milioni, al Piemonte 26 milioni, alla Toscana 25 milioni, all'Emilia Romagna quasi 21 milioni, al Lazio e alla Sicilia 19 milioni a testa seguendo una ripartizione per numero di abitanti. 

Secondo i dati il 94% dei comuni italiani è a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera. La Liguria ha il 100% di comuni interessati da aree a pericolosità da frana di massimo rischio, idraulica media e/o erosione costiera Guardando i dati dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) 81mila famiglie liguri su 758mila vivono in aree a elevato rischio e pericolosità idraulica: di fatto, se raffrontato al totale delle famiglie italiane che vivono nella stessa situazione siamo al 6,78%.

In provincia di Savona vive in situazione di alto rischio a Genova 87.273 persone, a Savona 37.604 persone, alla Spezia 23.878 persone e a Imperia 16.142 persone. Con il 17,4% della popolazione ligure esposta a rischio di alluvioni. Sono invece oltre 93mila i liguri che vivono in situazioni di alta pericolosità di frane. Di fatto la percentuale più alta (5,9%) dopo Valle d'Aosta. Basilicata e Molise.

Numeri che a conti fatti andrebbero a incidere in maniera concreta sulla distribuzione di quelle risorse utili a far fronte a lavori di messa in sicurezza ordinaria: cioè, non fondi messi sul tavolo dopo un'emergenza ma a priori.