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Con la sentenza i giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso che verteva sul silenzio delle istituzioni rispetto alla diffida presentata dalla stessa associazione, "Vivere il Centro Storico di Genova", e richiedeva un regolamento specifico sulla movide
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GENOVA - È stato bocciato dal Tar della Liguria il ricorso dei residenti dei vicoli di Genova che chiedevano un regolamento specifico sulla movida genovese e allo stesso tempo denunciavano il silenzio degli enti che compongono il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.

Il ricorso dei cittadini era stato presentato contro Comune di Genova, Regione Liguria, Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Genova, Viminale, Mef, Questura di Genova, Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, Arma dei Carabinieri, Comando Generale della Guardia di Finanza, Guardia di Finanza.

Con la sentenza i giudici hanno dichiarato "inammissibile" il ricorso che verteva sul silenzio delle istituzioni rispetto alla diffida presentata dalla stessa associazione, "Vivere il Centro Storico di Genova", e richiedeva un regolamento specifico sulla movida e vincoli restrittivi sul livello di rumore e la distribuzione di alcolici nelle ore notturne.

Un tema complesso che il Comune di Genova ha già provato a contenere con decine di ordinanza "anti-alcol" per diversi quartieri della città, ma principalmente tra gli stretti vicoli del centro storico. Il divieto di consumare alcolici per strada tra la mezzanotte e le 8 del mattino, fatta eccezione per i dehors dei locali, emanata inizialmente nel 2021 e poi prorogata, è ancora in vigore e lo rimarrà fino al 31 dicembre. Tra le regole: niente bicchieri da 'asporto', niente lattine o bottiglie di birra, niente alcol 'da casa' o comprato al supermercato da bere con gli amici, che sia il Centro Storico, Nervi o Quinto, che sia Cornigliano o Borgoratti o qualsiasi altro quartiere della città. La misura era già stata adottata in passato nelle zone considerate 'calde' per la movida, ma visti i crescenti episodi di micro criminalità si è pensato di estenderla a tutto il territorio comunale.

L'associazione chiedeva "una riorganizzazione degli orari di apertura dei locali di somministrazione e vendita per asporto di bevande anche alcoliche e superalcoliche presenti nel centro storico genovese, onde promuovere abitudini di vita tese a una più sana e virtuosa convivenza civile", in particolare nell'area compresa tra via San Lorenzo e piazza Matteotti a nord, piazza Sarzano ad est, Mura delle Grazie a sud e via Turati ad ovest.

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