Attualità

Il sindaco di Imperia sottolinea la necessità di un ripensamento culturale sull'emergenza idrica
1 minuto e 58 secondi di lettura

"Facciamo le novene perché piova di più. Ci servono ancora cinque, sei, sette volte come ieri perché la situazione è molto complicata, soprattutto per l'agricoltura e per i pascoli. Dobbiamo fare di più, ma ci vuole tempo e ci vuole molta più attenzione, rispetto a quella che c'è stata fino ad ora, al problema acqua: ci siamo abituati a fare le cose che si vedono subito, le cose che non si vedono subito gli amministrazioni non le fanno più". Lo ha detto il presidente della Provincia e sindaco di Imperia Claudio Scajola in occasione del convegno sulla gestione delle risorse idriche organizzato nel pomeriggio da Cia agricoltori presso la sala multimediale della Camera di Commercio delle Riviere di Liguria a Imperia.

"Abbiamo bisogno di una rete irrigua che non può costare come l'acqua potabile - ha aggiunto Scajola - Di una conduzione per l'acqua potabile perché siamo una zona di turismo e di fare dei piccoli invasi: per questo ci vorrà del tempo, ma finché non si parte sicuramente non si arriverà mai. Per adesso la situazione è gestibile perché l'acquedotto Roja sta dando ancora acqua. Tanti sono i piccoli problemi che potremo affrontare nel breve periodo, ma dobbiamo affrontare i problemi più importanti: andare a prendere l'acqua anche dalla parte montana, che scenda per caduta, che ha qualità migliore e che non ha costi di energia".

Secondo Cia agricoltori, come spiegato dal presidente della sezione Imperiese Mariangela Cattaneo, per risolvere il problema acqua è necessario innanzitutto "intervenire sui consorzi e cercare di potenziarli il più possibile, quindi trovare delle risorse per far sì che i consorzi possano avere una rete idrica rinnovata e possano abbattere i costi energetici che sono quelli che più incidono sulla bolletta dell'acqua per i consorziati". Fondamentale, poi, realizzare invasi "per recuperare l'acqua piovana", dice Cattaneo, che aggiunge: "C'è da intervenire a livello nazionale per le tariffe, su cui abbiamo dei grossi problemi perché se si passa ad un unico gestore per l'acqua rischiamo di avere costi per l'acqua irrigua veramente fuori controllo così come sta succedendo per l'estremo Ponente della Provincia dove ci sono tredici Comuni in cui l'acqua costa quasi 2 euro al metro cubo e per gli agricoltori questo è un prezzo intollerabile".

Tra le proposte di Cia, anche quella di recuperare le acque dei depuratori, ma solo dopo avere la certezza "che siano buone, perché non vogliamo inquinarci i terreni", conclude Cattaneo