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L'arcivescovo di Genova dopo la messa in cattedrale per il santo patrono San Giovanni Battista: "Tocca alle istituzioni dare risposte. Il covid ci ha insegnato a rimanere uniti. Accogliere tutti i profughi, non solo gli ucraini"
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GENOVA -"La grande emergenza è il lavoro, tanti lo chiedono a me, ma tocca alle istituzioni riflettere e operare per dare lavoro, perchè senza lavoro l'uomo perde la dignità".

Lo ha detto l'arcivescovo di Genova Marco Tasca a Primocanale dopo la messa per il patrono San Giovanni Battista officiata nella cattedrale di San Lorenzo.

"Quello del lavoro è un tema su cui torno spessissimo perchè senza un lavoro la gente non riesce a pagare l'affitto e può finire in strada".

L'arcivescovo nell'omelia ha parlato del significato del nome di Giovanni il Battista, "che vuol dire Dio è presente, Dio è misericordia, Dio condivide la nostra storia, ed è importante dircelo perchè ogni tanto mi pare ci sia un po' di delusione, ci sente soli, abbandonati, e invece no, la figura bellissima di Giovanni Battista cammina insieme a noi".

L'arcivescovo poi ricorda la figura del santo patrono di Genova: "Giovanni Battista ha avuto una missione bellissima di iniziare la missione di Gesù e ha saputo cogliere la presenza di Gesù, non era facile, lui si  aspettava un tipo di messia, con altre caratteristiche".

Tasca rimarca la bellezza di tornare in strada per la processione per le celebrazioni del Santo Patrono: "Sono contento di poter andare fra la nostra gente".

E sottolinea cosa rimane del Covid: "Gli studiosi dicono che non ne siano ancora usciti, ma il Covid ci ha insegnato che dobbiamo stare sulla stare barca, perchè ci sono barchette, barconi e transatlantici che però devono stare insieme se vogliono salvarsi, è un messaggio chiarissimo che il Covid ci dà".

Su Genova e i genovesi il capo spirituale della città dopo due anni da arcivescovo a San Lorenzo dice che è una città delle grandissime possibilità, "ho toccato con mano la generosità dei genovesi con emergenza degli ucraini, quanta gente ha offerto la casa, cibo, denaro, è una città viva che vede possibilità di fare bene e lo fa".

E alla domanda se a volte non tutti i profughi sono accolti come gli ucraini Tasca ribadisce: "Bisogna accogliere tutte le persone che per tantissimi motivi vengono a bussare alle nostre porte, in questo senso è importante l'opera e l'impegno che fa da sempre la Caritas".

 

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