Dieci anni senza il Corriere Mercantile, a Genova il ricordo della storica testata

A dieci anni dalla chiusura del Corriere Mercantile nella sede dell'Ordine degli Avvocati la memoria e l'eredità lasciata dallo storico giornale genovese. A organizzare la giornata sono stati l’Ordine dei Giornalisti della Liguria e l’Associazione Ligure Giornalisti che hanno così voluto promuovere un momento di riflessione sul valore che la testata ha rappresentato per Genova e per tutto il panorama dell’informazione. Fondato nel 1824 ha chiuso nel 2015 diventano uno dei quotidiani più longevi della storia italiana. Nel 1977 la testata passò sotto la gestione di una cooperativa costituita appositamente, la "Cooperativa Giornalisti e Poligrafici" (G&P) iniziando anche il lungo percorso con Mimmo Angeli che poi resterà direttore fino alla chiusura nel 2015.

Il convegno ha ripercorso la storia, l’impegno e il ruolo civile del Mercantile, analizzando al tempo stesso quanto la sua scomparsa abbia inciso sul pluralismo, sulla qualità del racconto del territorio e sulle condizioni del lavoro giornalistico. Un’occasione per confrontarsi sulle sfide che deve affrontare il giornalista e le prospettive future del sistema informativo nel panorama locale e non solo. Preziosi gli interventi di due grandi firme del giornalismo italiano che hanno iniziato le rispettive carriere al Mercantile: Paolo Garimberti e Giulio Anselmi. "Quel giornale ci ha formati davvero, ci ha permesso di poter andare ovunque sapendo fare questo lavoro". Commovente anche il messaggio di Lorenzo Tosa uno dei giornalisti più seguiti a livello nazionale sulle piattaforme digitali. "Non mollavamo mai, avevamo tutti grande fame. Ho iniziato a fare venti righe di partite di calcio diletattistico, ricordo l'emozione che avevo ogni volta che leggevo la mia firma o solo le iniziali. Il racconto delle alluvioni, la cronaca, il calcio: il Mercantile è stato tutto".
Tantissimi poi i coloro i quali hanno testimoniato la loro esperienza. Un dialogo aperto tra giornalisti, studiosi, operatori dell’informazione e cittadini, nella consapevolezza che una stampa libera, autorevole e radicata nel territorio resta un pilastro della democrazia.