
A Genova continua a far paura la data di gennaio 2026, quando inizieranno i monitoraggi previsti dal decreto per la sicurezza di tutti i ponti, viadotti, rilevati, cavalcavia e opere simili stradali esistenti in Italia. Tra i "sorvegliati" speciali a rischio chiusura c'è anche il ponte blu del Cep di Pra', infrastruttura fondamentale per il quartiere in via Martiri del Turchino da tempo sotto la lente d'ingrandimento.
I lavori del 2021 non sono bastati
Il colore blu da cui il ponte prende il nome, infatti, da anni non si vede più: è ricoperta di ruggine. Ma non è solo quello a preoccupare: già nel 2021 era avvenuto un restyling che avrebbe dovuto cancellare via i segni del tempo, fermando il degradamento. Ma non è bastato: durante le ispezioni effettuate dagli uffici tecnici del Comune sono emerse criticità statiche tali da obbligare la pubblica amministrazione a stabilire un limite di carico.
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Dopo l'ispezione è scattato il limite di carico
Sul ponte non possono transitare mezzi dalle 7,5 tonnellate in su e la velocità massima consentita è di 30 km/h. Una disposizione che quindi taglia fuori alcune tipologie di mezzi per la raccolta dei rifiuti e autobus sopra una certa dimensione. Per questo da tempo ormai la linea 199 ha cambiato percorso, eludendo il divieto di transito sul ponte, ormai color rame.
L'opzione dei ristori di Autostrade
La soluzione ai problemi che Genova dovrà affrontare potrebbe trovarsi nei quaranta milioni che rimangono dai ristori di Autostrade per l'Italia dovuti al crollo di ponte Morandi. Una tesi che il Comune sta portando avanti da mesi, tanto che a inizio agosto la sindaca di Genova Silvia Salis era andata a Roma per un incontro con il ministro Salvini - in cui si era parlato anche dei soldi per lo Skymetro - a cui aveva chiesto di intercedere con Autostrade per avere quei fondi. Sempre in quell'occasione, l'amministrazione aveva presentato un piano di manutenzione di gran parte delle infrastrutture genovesi. La risposta era stata però negativa.
Ponti a rischio chiusura, Ferrante a Rossi: "Faremo di tutto per avere 40 milioni dai ristori del Morandi"
"I soldi sono stati utilizzati in gran parte per processi di informatizzazione, l'amministrazione precedente non ha mai chiesto di rivedere l'accordo sui ristori: erano dovuti al crollo del Morandi, dunque sarebbe stato logico monitorare le infrastrutture cittadine" spiega Ferrante. Stando alle parole dell'assessore, la direzione strade aveva già lanciato un grido d'allarme che era stato raccolto, negli ultimi mesi, dalla precedente giunta: "L'allora facente funzione sindaco Piciocchi aveva scritto alla commissione preposta sui ristori palesando la necessità di avere finanziamenti sulle infrastrutture, istanza che abbiamo ripreso".
Sembra quindi che senza i ristori di Autostrade la viabilità genovese sia a rischio, andando a creare non poche problematiche. "Sembra quasi inutile pensare a grandi opere come il tunnel subportuale o la Gronda - conclude Ferrante - se sarà impossibile raggiungerle".
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