"Il nostro è un viaggio iniziato 30 anni fa, la direzione è giusta ma ci sono ancora diversi ostacoli sul raggiungimento dell'effettiva presenza degli enti parco in Liguria, quanto è stato fatto va bene ma si deve fare di più. Oggi le aree parco della Liguria sono poco più del 6% del territorio, dobbiamo arrivare al 30% entro il 2030, siamo ancora lontani". Stefano Sarti, vicepresidente di Legambiente Liguria.
Proprio dall'associazione ambientalista arriva la spinta a Regione Liguria a investire maggiormente sullo sviluppo dei parchi. "Serve destinare più soldi, questo permetterebbe all'ente parco di lavorare e investire in personale che può essere un valore anche per poi partecipare ai bandi europei e di conseguenza implementare il budget a disposizione. Risorse che poi servono a curare i sentieri, portare avanti politiche attive a difesa del mare, per promuovere i prodotti tipici degli enti parco" precisa ancora il vicepresidente di Legambiente Liguria che rimarca come serva dare più spazio alla società civile e alla ricerca.
Una delle possibilità di sviluppo è quella legata al turismo. Ma qui bisogna stare attenti a non cadere nella trappola dell'overtourism. "Il turismo va declinato in chiave ecologica, l'overtourism come quello che abbiamo ad esempio alle Cinque Terre è un problema. Soluzioni? Limitare gli ingressi nel parco o almeno distribuirli meglio all'interno di tutta la provincia della Spezia dove i parchi non mancano".
E poi c'è il problema del cambiamento climatico, prima emergenza che il territorio sta subendo e che richiede interventi per la messa in sicurezza: "Crea problemi dal punto di vista dell'erosione della costa, problemi per quanto riguarda la tenuta dei versanti e dei boschi con le tante frane. È un problema che va affrontato. I dati in Liguria dicono che sono attive circa 15mila frane.
Antonio Nicoletti, responsabile nazionale parchi e aree protette, ha spiegato il ruolo chiave dei parchi come presidio del territorio. "Per Legambiente le aree protette sono strumenti fondamentali per conservare la biodiversità e promuovere lo sviluppo sostenibile delle comunità interessate, soprattutto per contrastare i cambiamenti climatici e realizzare la transizione ecologica dei territori. Sono presidi del territorio, oggi ancora più importanti, dopo che le comunità montane e le province sono state cancellate o svuotate di funzioni. Consideriamo il ruolo degli enti di gestione, nella loro autonomia e funzione territoriale, fondamentali per raggiungere gli obiettivi al 2030 su clima e biodiversità.
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IL COMMENTO
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