Per gli amici e tutti quelli che lo frequentavano era semplicemente 'Spagna' ma il suo nome completo, purtroppo, lo conoscono tutti. Il 29 gennaio 1995, poco prima che allo stadio 'Ferraris' iniziasse Genoa-Milan, Vincenzo Claudio Spagnolo venne ucciso con una coltellata da un tifoso milanese appena maggiorenne, Simone Barbaglia. Disse di aver colpito perché aveva avuto paura di lui che pure non aveva con sé nessuna arma. Fu condannato a 14 anni e 6 mesi, ma in carcere – tra indulto e sconti di pena – ne ha trascorsi meno della metà. E' una delle tante tragedie legate al calcio, non la prima e purtroppo neppure l’ultima, ma allora l'impatto sull'opinione pubblica fu enorme e il governo garantì un giro di vite contro la violenza e disegni di legge ad hoc ma tutto servì a poco perché dopo 'Spagna' altri ancora persero la vita in situazioni legate al calcio: solo per citare qualche caso, Fabio Di Maio durante Messina-Catania (2001), Sergio Ercolano (Avellino-Napoli, 2003), l'ispettore di polizia Filippo Raciti (Catania-Palermo, 2007) e Ciro Esposito (Napoli-Fiorentina, 2014). Genova non ha mai dimenticato Spagnolo e solidarietà alla famiglia è arrivata a 360 gradi, come testimonia in questo servizio il padre Cosimo a tredici anni di distanza dalla tragedia.
Dall'archivio storico di Primocanale, 2008: il ricordo di Vincenzo Spagnolo
58 secondi di lettura
di Dario Vassallo
TAGS
Ultime notizie
-
Il medico risponde - Medicina estetica, quando il ritocco c'è ma non si vede
-
Condominio, ecco la riforma che cambia le regole
- Nuovi voli Genova-Roma, Musso: "Concorrenza positiva per il costo dei biglietti"
- Mortale a Sampierdarena, tir senza assicurazione e Arnaldi fuori dalle strisce
- Malinovskyi, la seconda giovinezza al Genoa e le voci che lo vogliono all’Inter
- Tamponamento a catena sulla Sopraelevata, due feriti
10° C
LIVE
IL COMMENTO
-
Franco Manzitti
Mercoledì 17 Dicembre 2025
-
Luigi Leone
Lunedì 15 Dicembre 2025
leggi tutti i commentiPrima del cantiere "uno", prima del tunnel. Qualche domanda da non evadere
Genova, se “l’amichettismo” fa proseliti a Palazzo Tursi