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Potrebbero esserci delle deroghe per alcune zone verdi a Genova, ma c'è anche il timore per la presenza cospicua di cinghiali in città...
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GENOVA - Potrebbero essere individuate delle piccole aree nel verde a Genova dove fare passeggiate o mountain bike. Ad aprire a questa ipotesi è l'assessore all'ambiente del Comune di Genova Matteo Campora, anche se sono ancora molte le incognite del nuovo flagello - è il caso di dirlo - che ha colpito la Liguria. L'area compresa tra Recco e Albissola e relativo entroterra, fino ad arrivare ai confini di Basso Piemonte toccando i territori di Asti, Alessandria e Piacenza, sarà interessata da un vero e proprio lockdown boschivo, a causa del dilagare della peste suina

Peste suina: passeggiate e giri in bici vietati nei boschi - L'ORDINANZA

Si tratta di un virus altamente trasmissibile e letale per cinghiali e suini: non rappresenta un pericolo né per altre specie animali né per l'uomo che però può essere un veicolo di contagio, con vestiti, ruote di macchine o biciclette. Il rischio non è tanto per la Liguria, ma soprattutto per le regioni limitrofe ricche di allevamenti di maiali. In caso la peste dilagasse, il danno sarebbe per tutta la filiera. Per questo motivo, secondo quanto prevedono le norme europee, ai primi casi che si sono registrati tra Ovada e Isola del Cantone, è scattata l'ordinanza del Ministero della Salute, d'intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che vieta svariate attività umane all’aperto che possono comportare un rischio per la diffusione della malattia nel territorio di 36 comuni liguri. 

"Sembra un po' un paradosso, dopo due anni di lockdown intermittenti per colpa della pandemia da Covid-19, vedere per sei mesi interdetti i boschi della nostra regione"

E questo è forse stato il primo pensiero di tutti, proprio così come lo ha espresso Campora, seguito subito dopo dalla preoccupazione per tutti quei settori, dall'outdoor ai rifugi, che sono strettamente connessi con il nostro entroterra. Per almeno sei mesi niente più pesca, raccolta di funghi o tartufi e mountain biking per i boschi tra il basso Piemonte e il genovesato, dove non sarà consentito nemmeno passeggiare o portare a spasso il cane: un danno economico e alla vita dei cittadini. Tra l'altro, l'ordinanza dovrà passare il vaglio dell'Europa che in situazioni simili prescrive solitamente 12 mesi di stop totale ad ogni attività umana. 

"Ma Regione Liguria potrebbe mettere in atto alcune deroghe a seconda della valutazione del rischio"

"Aree come l’Acquedotto Storico o altri camminamenti di questo tipo potrebbero essere accessibili, ma dobbiamo aspettare le valutazioni del Cerep, il centro referenza peste suina: il 'Comitato tecnico scientifico' per questa tipologia di virus", spiega Campora. "Passata questa settimana, in cui sono in corso le analisi di verifica di carcasse, sarà possibile individuare delle aree dove si possa consentire alcune attività e magari restringere il campo". Anche se dalle valutazioni di quanto accaduto in precedenza in altre aree d'Europa e italiane, come la Sardegna, il rischio è che si possa fare poco. E il Ministero della Salute ha anche già previsto alcune deroghe per chi ha allevamenti o coltivazioni. 

 C'è poi il timore dei cinghiali in città, problema che nell'ultimo anno è cresciuto in maniera esponenziale e portando gli ungulati a frequentare aree oltre alla Val Bisagno come Corso Europa, Vernazzola, San Martino o anche Pegli. Diverse le zone dove si sono registrati numerosi avvistamenti, anche su questo andrà deciso come comportarsi. 

"Chiederemo all'Asl veterinaria di valutare ogni tipo di azione"

"Anche i cinghiali che girano per le nostre strade e rovesciano i rifiuti potrebbero rappresentare un problema ed essere veicolo di contagio, bisognerà capire come muoversi". 

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