GENOVA “Regione Liguria, tramite Arpal, potrà diramare allerte per potenziali valanghe. Sono 41 i comuni montani o dell’entroterra, da Ponente a Levante, classificati come a rischio, cioè in cui esistono infrastrutture esposte in caso di valanga. Sono invece 57 quelli in cui sussiste un pericolo valanghe, un livello di pericolosità inferiore rispetto al rischio: in questi casi ad essere esposte non solo infrastrutture, ma sentieri”. Così l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone dopo l’approvazione in Giunta della “Carta del Rischio Valanghe” e degli “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento regionale e per la pianificazione di protezione civile territoriale nell’ambito del rischio valanghe”.
“Negli ultimi anni – spiega Giampedrone – il nostro impegno per la prevenzione e la diffusione della cultura di Protezione civile e della consapevolezza è stato costante. È bene non sottovalutare mai, in nessun caso, i pericoli derivanti o collegati a eventi atmosferici che possono avere ripercussioni importanti al suolo, ed è bene prevenire e diramare messaggi di attenzione e cautela, in caso di situazione potenzialmente pericolosa, anche sul fronte della neve e del rischio valanghe, eventi che possono colpire in particolare le nostre valli e le zone montane e che non vanno assolutamente sottovalutati. La Liguria infatti – conclude – in una scala da 1 a 3, è classificata di livello 2 per quanto riguarda il rischio valanghe, cioè un luogo in cui la problematica riveste carattere prevalentemente locale, pur essendo comunque da non trascurare”.
I 41 comuni della Liguria indicati nella Carta del rischio valanghe sono: Armo, Aurigo, Baiardo, Castel Vittorio, Cosio di Arroscia, Dolcedo, Isolabona, Mendatica, Molini di Triora, Montalto Carpasio, Montegrosso Pian Latte, Murialdo, Nasino, Pieve Di Teco, Pigna, Pornassio, Rezzo, Rocchetta Nervina e Triora in provincia di Imperia, tutti comuni che rientrano nel settore Alpi Liguri sud; di Bardineto, Bormida, Calizzano e Tiglieto in Provincia di Savona (i primi tre nel settore Alpi Liguri sud, il quarto nel settore Appennino Ligure); di Fascia, Favale di Malvaro, Genova, Lorsica, Masone, Montoggio, Ne, Neirone, Propata, Rezzoaglio, San Colombano Certenoli, Santo Stefano d’Aveto, Torriglia e Valbrevenna in provincia di Genova e Varese Ligure in provincia della Spezia, tutti questi ultimi rientranti nel settore Appennino Ligure.
A questi 41 si sommano ulteriori 57 comuni esposti al solo pericolo valanghe, per un totale di 98. Si tratta di Airole, Aquila di Arroscia, Badalucco, Boissano, Borghetto di Arroscia, Borgomaro, Calice Ligure, Castelbianco, Castelvecchio Di Rocca Barbena, Cesio, Chiusanico, Dolceacqua, Erli, Giustenice, Magliolo, Mallare, Massimino, Osiglia, Prelà, Rialto, Roccavignale, Taggia, Testico, Vasia e Vessalico in provincia di Imperia; Pietra Ligure, Stellanello, Toirano, Vendone, Pontinvrea, Roccavignale, Urbe, Varazze e Sassello in provincia di Savona; Arenzano, Bargagli, Busalla, Campomorone, Cogoleto, Crocefieschi, Fontanigorda, Gorreto, Isola Del Cantone, Lumarzo, Mezzanego, Moconesi, Orero, Montebruno, Rossiglione, Rovegno, Vobbia e Savignone nella Città metropolitana di Genova; Calice al Cornoviglio, Maissana, Rocchetta di Vara, Zignago e Sesta Godano in provincia della Spezia.
Le allerte saranno emesse da Arpal e adottate e diramate dalla Regione, in base ai livelli di pericolo indicati dalla combinazione tra il Bollettino Neve e Valanghe del Servizio METEOMONT dei Carabinieri e i livelli di criticità del Bollettino di Criticità Valanghe combinati tra loro.
IL COMMENTO
Regionali, alla Liguria servono politici che sappiano domandare scusa
Il nuovo Galliera non si tocca. Sarebbe un disastro per la sanità