Cronaca

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I settecento lavoratori di Fincantieri rischiano , oggi,  nella migliore delle ipotesi, quattro anni di cassa integrazione. La disoccupazione  è dietro l’angolo. I cinquanta milioni di euro che potrebbero arrivare da Roma per finanziare il ribaltamento a mare non sono una garanzia per il futuro del cantiere, né per la difesa del lavoro. Il punto centrale è sui vincoli posti all’operazione del ribaltamento: il cantiere a terra deve essere demolito, ma non c’è certezza che veramente se ne costruisca un altro nello spazio ricavato a mare. Fincantieri e gli stessi industriali genovesi hanno spinto perché non si vincoli l’area alle costruzioni navali. Una richiesta che desta sospetti. Sarebbe assurdo che con i soldi pubblici si bonifichi l’area del cantiere di Sestri Ponente solo per  renderla disponibile a investimenti privati non meglio precisati. A mare, così, ci finirebbero i posti di lavoro.