Politica

1 minuto e 20 secondi di lettura
 La Liguria scende compatta a Roma in nome della Fincantieri. Vertici aziendali, istituzioni, sindacati, consiglieri di maggioranza e opposzione, si accingono "da liguri" ad affrontare domani un incontro al ministero dello Sviluppo Economico considerato "fondamentale" per il mantenimento della produzione nei cantieri liguri della società, in particolare quello di Sestri Ponente. Al tavolo con il ministro, Paolo Romani, siederanno, tra gli altri, il presidente della Regione, Claudio Burlando, quello della Provincia, Alessandro Repetto, il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, l'ad di Fincantieri, Giuseppe Bono. Quindi i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm, tutti uniti sulla linea da seguire per Sestri Ponente: "lo stabilimento non può e non deve chiudere". A Roma anche una delegazione di consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione, dal Pd alla Lega, dall'Udc al Pdl, uniti "da liguri" nelle stesse richieste: Fincantieri deve continuare a lavorare. "Su Fincantieri, il clima di preoccupazione e di tensione che si respira in Liguria è sotto gli occhi di tutti - ha detto oggi il presidente ligure Burlando, partendo per Roma -. Quello al ministero è un incontro-chiave. Mancano solo sei mesi alla conclusione dell'ultima nave, poi Fincantieri non avrà più commesse. Vorremmo capire cosa succede. Ma è chiaro a tutti che una prospettiva senza commesse è inaccettabile". I lavoratori di Sestri Ponente domani saranno in sciopero e assemblea permanente, collegati in diretta con Roma. "Se non ci saranno fumate bianche - aveva detto nei giorni scorsi il segretario ligure della Fiom, Bruno Manganaro - la nostra risposta sarà durissima".