Cronaca

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"Noi non possiamo pensare che a fronte dei nostri sacrifici il consiglio di amministrazione non abbia la possibilità di risolvere il problema di qualche mese". Nicola Lo Gerfo, rappresentante del sindacato autonomo Fials, ha ribadito il no alla cassa integrazione in deroga nella conferenza stampa tenuta nella sala coro del Carlo Felice dopo una infuocata assemblea dei dipendenti. Anche la Uilcom ha confermato il no alla cassa integrazione. Tensione alle stelle in Teatro, dopo il rifiuto del consiglio di amministrazione di accettare le proposte dei sindacati e il documento con il quale Cgil e Cisl sono detti disponibili a continuare il confronto con i vertici anche in relazione a possibili ammortizzatori sociali. "La cultura - hanno sostenuto Lo Gerfo e con lui gli altri rappresentanti degli autonomi - non può andare in cassa integrazione. La decisione del Consiglio ci ha davvero lasciato senza parole. Abbiamo fatto una proposta credo unica: con l'accettazione della non erogazione della parte economica relativa all'accordo aziendale per tutto il 2011, i dipendenti lasciano nelle casse del teatro due milioni e mezzo divenendo i principali azionisti dopo lo Stato. A fronte di questo sacrificio, il consiglio ci manda un ultimatum relativo ai quattro mesi del 2010". Sugli ultimi quattro mesi dell'anno si gioca tutta la partita: i dipendenti parlano in realtà di un paio di mensilità perché settembre è stato regolarmente lavorato e fra novembre e dicembre sono previste produzioni. "E' possibile - si chiedono - che il teatro debba chiudere per l'impossibilità di reperire fondi per un paio di mesi?". I sindacati avanzano allora l'ipotesi che in realtà ci sia una volontà politica di chiudere comunque, indipendentemente dalla disponibilità ad accettare sacrifici da parte dei dipendenti.