Cronaca

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Nel 2009 l’economia della Liguria ha sperimentato la fase più acuta della recessione seguita alla crisi economica e finanziaria internazionale. Dalla seconda metà dell’anno sono emersi alcuni segnali di ripresa, che rimangono ancora deboli. La marcata caduta dell’attività produttiva nel 2009 è stata tuttavia inferiore a quella delle regioni settentrionali: a ciò ha contribuito la struttura dell’economia ligure, che presenta una rilevanza contenuta dell’industria e del commercio estero e un maggior peso dei servizi privati e pubblici. Sono alcuni dati che emergono dal rapporto annuale della Banca d'Italia, presentato oggi. Il problema -secondo l'indagine- è che gli stessi fattori strutturali che hanno contenuto nel 2009 gli effetti della recessione potrebbero limitare in prospettiva l’entità della ripresa. Sulla base dell’indagine svolta dalla Banca d’Italia presso un campione di imprese industriali aventi almeno 20 addetti, il fatturato nominale è diminuito del 5,9 per cento e la spesa per investimenti del 9,6 per cento. La cantieristica e i settori ad alta tecnologia hanno beneficiato di commesse pluriennali, acquisite in larga parte in periodi antecedenti alla cri-si; le consegne di alcune di queste contribuiscono a spiegare l’aumento delle esportazioni (9,5 per cento), in controtendenza rispetto al resto del paese. Anche nel comparto delle costruzioni l’attività è diminuita. L’edilizia residenziale, a fronte della scarsità di nuove costruzioni, è stata sostenuta dalle ristrutturazioni. Sul mercato immobiliare si è progressivamente attenuata la diminuzione delle compravendite in atto da un triennio; i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,4 per cento in media d’anno). Dalla fine del 2009 sono stati avviati alcuni lavori pubblici, dopo un prolungato periodo di stagnazione. Il traffico mercantile nei porti liguri è diminuito del 13,8 per cento, risentendo sia della contrazione del commercio internazionale, sia della diminuzione dell’attività delle industrie pesanti e delle raffinerie. Il traffico di container si è ridotto del 15 per cento, in misura più accentuata rispetto alla media dei principali scali del Mediterraneo occidentale. Nei primi mesi del 2010 ci sono stati segnali di ripresa. Nel settore commerciale le vendite al dettaglio sono diminuite dell’1,9 per cento; il calo si è concentrato nel segmento del commercio tradizionale, mentre c'è stata una crescita dell’1,4 per cento nel fatturato nominale della grande distribuzione, dovuta ai prodotti di largo consumo. Le giornate trascorse dai turisti presso le strutture ricettive della regione sono diminuite dell’1,2 per cento soprattutto per la flessione nel turismo di provenienza estera. L’incremento occupazionale in atto da diversi anni, favorito dalla regolarizzazione degli immigrati, si è interrotto. Il numero degli occupati si è ridotto in media d’anno dello 0,7 per cento; fra i lavoratori di nazionalità italiana ne hanno risentito in primo luogo le fasce deboli della forza lavoro, quali i giovani, i lavoratori parasubordinati, quelli con contratto a termine o di apprendistato e le persone con un basso livello di istruzione. La flessione è stata comunque frenata dall’ampio ricorso alla cassa integrazione, dapprima nella componente ordinaria, in se-guito in quella straordinaria e in deroga. Il tasso di disoccupazione è salito di tre decimi di punto, al 5,7 per cento, un livello allineato a quello del Nord Ovest e inferiore di oltre due punti percentuali alla media nazionale. Alla fine del 2009 il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti bancari a residenti in Liguria, corretto per gli effetti delle operazioni di cartolarizzazione, si è attestato all’1,5 per cento (6,1 per cento alla fine del 2008). I finanziamenti bancari alle famiglie sono aumentati del 3,1 per cento, in lieve decelerazione rispetto all’anno precedente. Quelli alle imprese sono diminuiti dell’1,0 per cento; hanno contribuito al calo in particolare i prestiti alle aziende medio-grandi e a quelle caratterizzate da una situazione reddituale e patrimoniale meno robusta. Le piccole imprese hanno trovato nel sistema dei confidi un sostegno per le proprie esigenze di accesso al credito. Seguendo l’evoluzione delle condizioni di mercato, i tassi medi praticati sui finanziamenti alle imprese sono diminuiti di 2,4 punti percentuali, quelli sui mutui immobiliari di nuova erogazione di 2,6 punti. Il flusso di nuove sofferenze emerse nel 2009 in rapporto ai prestiti si è portato all’1,3 per cento, in aumento di 0,3 punti rispetto all’anno precedente. Il dato relativo alle famiglie consumatrici (1,2 per cento) è sostanzialmente allineato alla media nazionale, quello delle imprese (1,3 per cento) è notevolmente inferiore alla media del paese. La raccolta di risparmio effettuata dal sistema bancario nella regione è aumentata in misura sostenuta, sia nella forma dei depositi (8,8 per cento, valore pressoché doppio rispetto alla media nazionale) che in quella delle obbligazioni (15,3 per cento). I valori mobiliari a custodia e amministrazione presso le banche sono rimasti pressoché invariati; nell’ambito dell’aggregato sono sensibilmente diminuiti i titoli di Stato, mentre sono cresciute le obbligazioni non bancarie, le quote di fondi comuni di investimento e le azioni, in relazione sia a un primo recupero della domanda per questi strumenti, sia all’evoluzione delle quotazioni determinata dalla ripresa dei mercati.