Cronaca
Il 25 aprile di Raimondo Ricci: "Lager, un mondo capovolto"
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"Il mio 25 aprile lo ricordo alla luce della speranza che presto potessimo tornare a casa, dato che ormai all'interno del campo filtrava la notizia che il dominio nazista stava finendo": é stato uno dei momenti più toccanti della cerimonia che Genova ha organizato a ricordo del 65° anniversario della Liberazione, l'intervento di Raimondo Ricci, figura storica della Resistenza, che il 25 aprile del 1945 lo passò nel campo di concentramento di Mauthausen dove era rinchiuso da quasi un anno: "Però - aggiunge - avevamo anche paura che i nazisti riuscissero ad uccidere tutti gli internati come era nel progetto iniziale". Ricci definisce quello dei lager 'un mondo capovolto': "Capovolto nel senso che tutti i valori del vivere normale erano sovvertiti. Per fare un esempio, i gruppi di lavoro e le baracche erano controllati da criminali comuni perché le SS affidavano loro la gestione del campo. Questo faceva sì che la morte fosse la nostra compagna di tutti i giorni. Non so perché il destino mi abbia fatto sopravvivere, forse per poter ricordare tutto questo e gridare al mondo che simili barbarie non devono ripetersi mai più".
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