Non c'era alcun rappresentante del Comune di Genova, stamattina, nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi, alla cerimonia di commemorazione di Fabrizio Quattrocchi, il bodyguard ucciso in Iraq a 36 anni con un colpo di pistola alla testa dagli estremisti islamici. Il Comune ha dato il proprio patrocinio alla cerimonia, ma secondo prassi ha fatto pagare l'affitto della sala 465 euro. La famiglia di Fabrizio e in particolare la sorella Graziella non hanno però voluto fare polemica: "Per noi è importante - ha detto la donna - poter ricordare Fabrizio nella sua città, la nostra città. Ci basta questo". Durante l'incontro di stamattina è stato trasmesso un filmato dedicato a lui, sulla sua vita prima e durante la tragedia. "Con questo video - ha spiegato Graziella - vogliamo trasmettere ai ragazzi i valori di mio fratello. Ma anche fare capire quello che comporta la guerra, fare conoscere la storia e i fatti veri, sui conflitti e sulla morte di Fabrizio. I ragazzi di oggi sono molto disinformati su quello che succede nel mondo". Alla cerimonia, nel corso della quale è stato letto anche un messaggio del presidente della Camera Gianfranco Fini ed è intervenuto il giornalista Toni Capuozzo, oltre a parenti e amici c'erano il senatore Giorgio Bornacin del Pdl, una ventina di studenti dei licei classici Mazzini e King e una rappresentanza del gruppo Genova Centro degli alpini, in quanto Quattrocchi fece il militare proprio nel corpo degli alpini.
Politica
Il Comune diserta la commemorazione per Quattrocchi
1 minuto e 13 secondi di lettura
Sponsorizzate
Sabato 13 Settembre 2025
Santagostino inaugura a Genova il più grande poliambulatorio d’Italia, il primo in Liguria
Ultime notizie
-
Comune, lo scontro Bianchi-Chiarotti a Primocanale
- Morandi: per il pm i vertici di Autostrade sapevano dello stato del ponte
- Amt, i vertici dell'azienda saranno convocati in Commissione a Tursi
- Ospedale Felettino, arriva l'ultimo via libera: può partire la costruzione
- Genoa, Seydou Fini sempre più bandiera. Rinnova il contratto fino al 2028
-
Il genovese in Islanda: "Si esce alle 16 per prendere i bambini e nessuno ti guarda male"
IL COMMENTO
Il bicchiere mezzo pieno della scuola senza cellulari. E all'intervallo, spunta una "cirulla"
Matte non c’è più, smettiamola di chiamarle tragedie