Cronaca

1 minuto e 18 secondi di lettura
Le bugie di Rasero, il morso e il Dna dell'uomo su un piedino di Ale, altri maltrattamenti di Rasero sul bimbo, e i tabulati telefonici. Sono questi i quattro elementi che hanno convinto il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Papillo, a scarcerare Katerina Mathas, la madre del piccolo Alessandro. Rasero, secondo il gip, ha raccontato numerose bugie nel corso degli interrogatori e nel suo memoriale, presentato durante l'ultimo incontro con il pubblico ministero. Prima di tutto sull'assenza della donna dalla casa durante quella notte. In un primo momento Rasero aveva raccontato che la Mathas si era allontanata per non più di 15 minuti, circostanza poi smentita dalle telecamere di sorveglianza del residence. Poi il morso sul piede, negato fino all'ultimo, anche quando la notte del 25 il pm gli aveva presentato i risultati del Dna che stabilivano che le tracce di saliva sul piedino erano le sue. Infine, l'episodio raccontato da uno dei testimoni, su quella volta che lo aveva visto chiudersi in bagno con il bambino, aveva sentito due colpi sordi contro il muro e lo aveva visto bagnare con l'acqua gelida il piccolo. Secondo il gip, dunque, sussisterebbero elementi consistenti tali da fare ritenere che Rasero abbia calunniato la Mathas, attribuendo a lei tutta una serie di comportamenti posti in essere da lui stesso. Ma il gip, nel decidere sulla scarcerazione, della giovane lascia comunque un'ombra su di lei. Se è vero che non sussistono più i gravi indizi di colpevolezza, è pure vero che non sussistono elementi tali da escludere la sua totale estraneità alla vicenda.