Cronaca
Ritarda processo, appello zio 16enne uccisa
1 minuto e 18 secondi di lettura
"Sono passati 15 mesi dal giorno in cui è stata investita e ammazzata mia nipote e ancora oggi, il suo assassino, perché di assassino si tratta, non è stato ancora condannato e non esiste neppure un processo imbastito. Ma che giustizia abbiamo in Italia?". Sono parole piene di rabbia quelle di Francesco Clausi, zio di Vittoria (Vicky) Falbo, la ragazza di 16 anni, che il 14 luglio 2008, in via Matteotti, a Imperia, venne travolta in sella al proprio scooter, da una Ford Fiesta condotta da un giovane di 22 anni, di Sanremo, che viaggiava contromano. "Mi dicono che questo ragazzo gira ancora con l'auto. Gli è stata per caso restituita la patente? Se così fosse, sarebbe davvero una vergogna. Mi appello a suo nonno che gli ha acquistato l'auto e alla sua famiglia, per ricordare che quel giovane ha ucciso una ragazza. Poco importano i fiori bianchi, se poi fanno girare il figlio o nipote con l'auto". L'appello è anche alle forze dell'ordine. "Se fosse vero che quel ragazzo gira ancora in auto, dovete fermarlo". Il timore dello zio di Vicky è che possano anche intervenire i termini di prescrizione al processo per omicidio colposo: "Vogliamo sapere cosa fanno la Procura e il tribunale, visto che dopo oltre un anno non è stata ancora fatta giustizia. Vogliamo forse attendere che scadano i termini? I fatti forse non sono abbastanza chiari?". Poco prima che la figlia morisse, i genitori di Vittoria autorizzano l'espianto degli organi, permettendo così ad altre persone di continuare a vivere.
Ultime notizie
- Vigilanza Phoneix group, in 9 a rischio: oggi presidio davanti a Tursi
-
Meteo, sole sulla Liguria: ecco le previsioni per le prossime ore
- Crolla un pezzo di cornicione traffico in tilt in centro
- Cavo (Noi Moderati): "Nove licenziamenti senza preavviso, altro che salario minimo"
- Dalla Regione oltre 9 milioni per le imprese dei Comuni dell'entroterra
- Tenta un furto in un distributore h24 e ferisce un agente, 25enne arrestato
IL COMMENTO
Pd garantista dopo il caso Sala, ma la speranza si chiama Salis
A “Ti ricordi?” la storia della “Zarina” e dei capolavori bocciati da un “ragazzo”