"Non volevo ucciderlo, ve lo giuro. E' stato un momento di follia". Queste le parole con cui Andrea Bonifacino, operaio 43enne savonese, si è rivolto agli inquirenti tentando di giustificare l'omicidio del cognato Massimiliano Molinari, compiuto poco prima. Quando i carabinieri lo hanno arrestato, dopo l'omicidio, Bonifacino aveva un tasso alcolico nel sangue pari a 2,62 ml per litro, abbondantemente superiore a quello limite previsto dalla legge. Secondo le testimonianze tutto è nato da una banalissima lite sulla sistemazione di un barbecue fuori dall'abitazione dei due nella zona dei Giacchini di Osiglia, nel savonese. Un litigio degenerato al termine del quale Bonifacino ha colpito con una coltellata al cuore il cognato 38enne. L'uomo, che è stato trattenuto tutta la notte in caserma, davanti al pm ha comunque ammesso subito le sue resporesponsabilita, chiarendo tra le lacrime che si è trattato di un gesto di follia. Secondo la ricostruzione l'omicida stava preparando il barbecue mentre Molinari si occupava di fare la legna. All'improvviso la lite tra i due su come doveva essere sistemato il barbecue per cucinare la carne alla brace. Bonifacino, che impugnava un coltello da macellaio di 20 centimetri, ha sferrato un fendente al cuore uccidendo il cognato sul colpo. Sembra che i rapporti fra i due siano sempre stati piuttosto tesi anche se, per il momento, gli investigatori escludono che il delitto sia stato premeditato. Questa mattina si è tenuto l'interrogatorio davanti al magistrato che segue l'inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Battista Ferro, durante il quale l'avvocato di Millesimo Marco Pella ha rinunciato all'incarico e ora si attende ora la nomina di un nuovo difensore. Il sostituto procuratore Ferro darà nelle prossime ore incarico al medico legale per effettuare l'autopsia sul cadavere di Molinari.
Cronaca
Lite per un barbecue, 43enne accoltella e uccide il cognato
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