Quali sono le sorprese di questa tornata elettorale? Sono nei candidati, nelle preferenze, nell’indipendenza dai partiti che spesso non sono riusciti a indirizzare i voti come avrebbero voluto. Due nomi per tutti e di parti opposte. Intanto Susy De Martini. La candidata del Pdl ha fatto tutto da sola, ha lavorato come una candidata inglese, girando di casa in casa, di mercato in mercato, mettendo in tv la sua faccia e le sue idee, perfettamente consapevole che il partito sarebbe stato abbastanza assente. Ha avuto una notevole spinta dal ministro Scajola e poi è stata aiutata solo da alcuni notabili: Sandro Biasotti, Enrico Musso, Gianfranco Gadolla, Roberto Cassinelli. Le sue diecimila preferenze a Genova peseranno e molto sulle prossime elezioni regionali. L’altra è Francesca Balzani che era stata messa in contrapposizione al re delle Cinqueterre, Franco Bonanini. Anche in questo caso è il volto della Balzani, il suo elegante e serio modo di porsi che ha vinto anche se uno dei massimi dirigenti del Pd, Andrea Orlando, aveva dato indicazioni perché si concentrassero le preferenze sul candidato spezzino. La Balzani si rafforza molto all’interno del Pd genovese e può diventare una carta da spendersi con successo anche alle prossime regionali. Così come per Marylin Fusco dell’ Italia dei Valori. In questo caso anche se il partito l’ha appoggiata, lei in pochissimo tempo ha fatto un piccolo miracolo. Tre volti nuovi, diversi l’uno dall’altro, ma uniti da un metodo nuovo: la campagna elettorale giocata in prima persona, in piazza e nei dibattiti tv, al di fuori dalla macchina dei partiti. Sono la testimonianza del bello delle preferenze, della libertà di scelta restituita agli elettori, anche se fortemente contrastata dai notabili che preferiscono candidati telecomandati.
Cronaca
L'EXPLOIT DI TRE DONNE FUORI DAI DIKTAT
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