Politica

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Tutti noi che ci occupiamo attivamente di politica, quotidianamente e spesso in maniera inconsapevole contribuiamo a renderla sempre più povera di contenuti e sempre meno comprensibile per la gente. La politica deve essere un servizio teso a dare risposte concrete alle esigenze reali dei cittadini. Tutto ciò viene spesso ignorato o travisato e induce molti politici, o sedicenti tali, a rifugiarsi nelle ideologie, nei luoghi comuni o negli slogan che, oltre a non contribuire a risolvere i problemi, generano malcontento e sconcerto tra la gente. Basti pensare alle polemiche quotidiane sulla sanità, agli sprechi, ai problemi legati all’immigrazione o alle questioni etiche come l’eutanasia, l’omosessualità, le coppie di fatto oppure alle palesi contraddizioni fra i programmi e le concrete realizzazioni. Puntualmente, quando il centrosinistra arriva al governo si verifica un inasprimento della pressione fiscale alla quale corrisponde una crescita della spesa pubblica. Il fine spesso può essere anche nobile, come nel caso della stabilizzazione di lavoratori precari, o di aumento della spesa sociale, ma purtroppo l’attuazione pratica di questi provvedimenti si rivela puro e semplice assistenzialismo. Quando al governo c’è il centrodestra, come dimostrano anche i dati del passato, la pressione fiscale non aumenta, anzi spesso ci sono riduzioni, come nel caso dell’eliminazione della tassa di successione o dell’ICI sulla prima casa. Tuttavia molte riforme liberali o l’attuazione concreta del principio di sussidiarietà non vengono attuate, con grande delusione da parte di chi ci ha votato. Noi elettori del centrodestra siamo ancora in attesa dell’eliminazione degli enti inutili, così come siamo in attesa di norme che impediscano agli enti locali di essere nello stesso tempo proprietari e clienti delle aziende che gestiscono i servizi pubblici, impedendo una corretta e leale concorrenza con i privati che operano in tali settori. Troppe continuano ad essere le società pubbliche che si occupano dal taglio dell’erba alla sostituzione delle lampadine, della manutenzione dei marciapiedi, della fornitura del gas , ecc. La domanda che sistematicamente ci rivolgono i cittadini è se tutto questo è indispensabile, ovvero se un Comune debba gestire o meno in proprio o attraverso società pubbliche questi servizi e se tale gestione sia o no meno onerosa di quella attuata attraverso un privato. Ebbene, noi del centrodestra non abbiamo dubbi su come rispondere, in quanto fermi sostenitori del principio di sussidiarietà orizzontale, in base al quale il pubblico dovrebbe fare solo ciò che non è in grado di fare il privato e pertanto le lampadine nelle strade, l’erba nei giardini, la raccolta dei rifiuti ecc. sono tutte cose di cui il pubblico non dovrebbe occuparsi. Il risultato è che, nonostante molti anni alla guida del governo centrale ed in molti casi al governo di Regioni ed enti locali, il centro destra non attua pienamente le proprie convinzioni, molto spesso a causa delle tensioni e delle mediazioni che si devono sostenere quando si governa in alleanze con altri. Personalmente, quando ho avuto un ruolo diretto di responsabilità nel governo della Regione ho sempre cercato di essere coerente con i miei principi e di produrre provvedimenti in linea con i miei convincimenti. Un altro esempio concreto di come si svuota di contenuti la politica: le preferenze al momento del voto. Noi del centro destra , ma anche molti del centro sinistra, sosteniamo la centralità della persona , ma ecco come ci comportiamo nel concreto: la Regione Toscana ha cambiato la legge elettorale ed ha eliminato le preferenze; è stata modificata la legge elettorale nazionale e si è arrivati alle liste bloccate. Si verificano, a seguito di ciò, situazioni incomprensibili per i cittadini: parlamentari non della nostra regione, ma eletti in Liguria, che dopo il voto non si vedono più e parlamentari liguri eletti altrove che tornano in Liguria per occuparsi dei problemi locali. Cosa può capire di tutto questo e, soprattutto, dedurre la gente? La morale è che i cittadini ormai vedono i politici “ tutti “ come una casta dedita solo a difendere i suoi interessi e, cosa ancora più grave, sempre meno i cittadini scelgono di fare politica e quando decidono di occuparsene non sempre lo fanno nell’ottica di svolgere un servizio, ma talvolta solo per realizzare delle ambizioni. Spero che anche in Italia, come già accade in altri Paesi europei, la politica possa tornare ad essere una cosa di cui si debba essere orgogliosi, perché con essa si concorre a realizzare il bene comune. Noi che ci occupiamo di politica dobbiamo essere pronti, in ogni momento, quando non è più richiesto il nostro contributo, a fare un passo indietro e tornare alle nostre attività originarie.

* Consigliere regionale PdL