Cronaca

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Non si è preoccupato di nascondere le tracce e, correndo giù dalle scale, ha lasciato macchie di sangue sul corrimano, lungo le pareti del palazzo e sulla ghiaia del cortile esterno, dove ferito dalla sua stessa arma nel tentativo di togliersi la vita, è stato soccorso dal 118 e fermato dalla polizia. A poche ore dal delitto di Pasqua a Molassana, proseguono le indagini della scientifica di Genova all’interno 34 del civico 42 di via de Vincenzi, teatro dell’omicidio di Lisa Molino, 21 anni, uccisa dal marito Walid Hammami, venticinquenne tunisino, durante una violenta lite, la notte di domenica. I segni del raptus arrivano fino alla soglia di ingresso, ora sotto sequestro della magistratura. Forse la gelosia o la decisione della giovane di separarsi da lui a scatenare la follia: 9 coltellate, una letale alla gola e quell’urlo - “ho ucciso mia moglie” -, raccolto dai vicini di casa, una volta fuori dall’appartamento. Quegli stessi vicini che, come sempre accade, non si capacitano di quanto avvenuto: "Una coppia normale - dicono - arrivati da pochi mesi nel palazzo". Hammami, le cui ferite provocate nel tentato suicidio sono state suturate all'ospedale San Martino, resta piantonato dalle forze dell’ordine in attesa della sua versione dei fatti e di una completa ricostruzione davanti agli inquirenti.