Cronaca

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Che tristezza vedere le fotografie pubblicate sui quotidiani delle maestre che srotolano i sacchi a pelo per bivaccare con genitori (e i bambini) all’interno di una scuola elementare di Marassi. Che immagine sconfortante. Focacce e vino bianco sul cadavere della scuola. La scuola italiana ha perso davvero ogni dignità? Come è possibile che sia stata ridotta in questo stato? I tagli sull’istruzione sono tagli sugli investimenti futuri. Ma se si tagliano doppioni o sprechi, bisogna accettarli. Sia nella scuola che in una Università dove sono stati creati corsi inutili per mettere a posto qualcuno a scapito degli studenti che devono fare lezione nei corridoi pur pagando rette non certo economiche. La scure ministeriale non può permettersi di colpire il tempo pieno e nemmeno gli insegnanti di sostegno che sono segno di civiltà. E non può costringere docenti e allievi a vivere in Atenei dove non si possono fare le pulizie perché non ci sono più soldi e dove i professori devono pagarsi i francobolli. Insomma, troppo spesso siamo stati passivi spettatori di una scuola demagogica e velleitaria dove era più importante occupare un posto piuttosto che insegnare e sulla cui pelle (dei professori e degli studenti) si sono fatte le battaglie politiche. E di una Università che probabilmente ha speso male gran parte dei finanziamenti, scegliendo di essere immobiliarista invece che fabbrica del sapere. L’Ateneo genovese continua a spendere in pubblicità per attirare nuovi iscritti: ma che cosa può offrire a questi ragazzi? Aule inagibili? Corridoi? Ora non c’è più spazio per questi giochetti. Ma ridurre tutto a bivaccate con focaccia e vino bianco è troppo. Anche per la povera scuola.