Cronaca
Pace dal carcere: "Tutti mi volevano controllare"
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"Tutti, compresi i miei familiari, volevano controllarmi. Anche con dispositivi elettronici disseminati per casa". "Sapevo che quel giorno dovevano venirmi a prendere per compiere il loro schema": lo ha detto durante l' interrogatorio Danilo Pace, arrestato per aver accoltellato a morte l' agente di polizia Daniele Macciantelli. Il gip genovese Maria Teresa Rubini ha convalidato l'arresto di Pace, ora detenuto in una cella di isolamento nel centro clinico del carcere di Marassi. All'interrogatorio di convalida era presente il legale di Pace, l'avvocato Francesca Costa. Il pm Massimo Terrile, sentito il gip, potrebbe ora chiedere una consulenza di parte per stabilire la capacità di intendere e di volere di Pace, prima del suo probabile trasferimento in un ospedale psichiatrico, così come proposto dal carcere. Secondo quanto ricostruito dall'avvocato, durante l'interrogatorio l'uomo si è detto "dispiaciuto per quanto accaduto" ma anche "arrabbiato perché tutti, compresi i familiari, volevano controllarlo". Pace ha spiegato che "sapeva che quel giorno dovevano venire a prenderlo per compiere il loro schema" ed ha ricordato che tutte le volte che "lo avevano preso gli avevano fatto male". Ha espresso il desiderio di una normalità negata: "Volevo solo una casa, un lavoro e riposare come tutti" ed ha ricostruito in un'"escalation di delirio", la giornata in cui ha accoltellato il poliziotto, parlando di "vari segnali" che lo avevano avvertito che "sarebbero arrivati".
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