Cronaca

1 minuto e 32 secondi di lettura

Sette anni fa il G8 di Genova e la morte di Carlo Giuliani negli scontri di piazza Alimonda. Oggi la città ricorda quei momenti tragici con una serie di iniziative. A palazzo Ducale si è tenuto un convegno dal titolo "L'Italia è una repubblica che convive con la tortura" con Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International e Mauro Palma presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Intorno alle 15 un corteo composto da alcune centinaia di manifestanti è partito da piazza Matteotti diretto in piazza Alimonda. Non sono mancate le polemiche in mattinata: un gruppo di una ventina di manifestanti è stato lasciato furoi da palazzo Tursi dove le parti civili del processo del G8 sono state ricevute. Si tratta di ragazzi e ragazze soprattutto stranieri che volevano entrare con addosso una maglietta con la scritta "25" in riferimento ai 25 no global condannati per violenza e saccheggio per i fatti di strada. Nando Dalla Chiesa è sceso per spiegare che si volevano ricevere solo le parti civili per le vicende Diaz e Bolzaneto. Intanto protestano verbalmente i poliziotti del sindacato Coisp per la mancata concessione dell'autorizzazione a svolgere oggi una manifestazione in piazza Alimonda, in contemporanea con quella dei no global. "A Genova - è scritto in un comunicato del Coisp -, se non si appartiene alla Sinistra radicale non si può manifestare ed esprimere il proprio pensiero, nemmeno per solidarietà ai genovesi dalla città messa a ferro e a fuoco, per ricordare il sacrificio di giorni ed attività insonne a difesa della cittadinanza e delle Istituzioni, per far sentire la presenza di centinaia di agenti feriti, per commemorare tutte le vittime della criminalità e del dovere. Se non si è no global, tutto questo è impossibile da realizzare con metodi democratici".