Era stato accusato di carpire informazioni riservate perché sorpreso a spiare i conti e le proprietà dell'ex presidente del consiglio Romano Prodi e di suo figlio Antonio.
N. V., impiegato presso l'agenzia delle Entrate, tre anni fa rimase coinvolto in un'inchiesta condotta a livello nazionale che aveva portato al rinvio a giudizio di numerosi detective della tributaria e dipendenti dell'agenzia. Oggi per l'uomo è arrivata l'assoluzione perché, secondo il giudice Ottavio Colamartino, il fatto non sussiste. In effetti la curiosità dell'impiegato (era stato lui a dichiarare che l'aveva fatto esclusivamente per quello) era stata soddisfatta dall'accesso alla banca dati tramite una semplice password che l'uomo aveva regolarmente in dotazione.
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