Politica

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"L’auspicio è che Riva rispetti l’accordo di programma siglato 3 anni fa, altrimenti rimettiamo tutto in discussione -dice il presidente della Regione Burlando di fronte ai lavoratori dell'Ilva che affollano il consiglio regionale - comprese le aree, anche se siamo consapevoli che si aprirebbe una fase difficile”. L’8 luglio scade la cassa integrazione per 650 lavoratori dello stabilimento di Cornigliano. Riva vorrebbe fosse prorogata ancora di un anno. “L’accordo non lo prevede, ma se ne può discutere – dice ancora Burlando – per questo stiamo aspettando una relazione dettagliata su cosa vuol fare l’azienda. La valuteremo e poi decideremo”. L’ultimatum è chiaro, ma lo stesso Burlando ammette: “Se si va al braccio di ferro possiamo revocare concessione, ma si aprirebbe una fase ancor più critica per i lavoratori”.Le ultime settimane sono state caratterizzate da uno scontro sempre più forte tra azienda e sindacato, aperto dalla mancata assunzione di 7 apprendisti, passato attraverso ferie forzate, nuove casse integrazioni, mancati assorbimenti, fino alla assunzione diretta di soli cinque apprendisti, fatta scavalcando i sindacati. Sono seguiti scioperi con blocchi stradali che hanno paralizzato la città. E dopo le critiche al sindacato del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, l'aria si è fatta ancora più incandescente intorno alle acciaierie quando é arrivata la notizia che Riva ha citato in giudizio sindacalisti e lavoratori per chiedere 100 milaeuro di danni provocati dagli scioperi e dai picchetti. La replica delle forze politiche e delle istituzioni non s'è fatta attendere dopo un confronto con i lavoratori che hanno denunciato come l'imprenditore "se ne freghi delle istituzioni e faccia quello che vuole". Burlando invita a valutare se "siamo di fronte a un calo temporaneo della occupazione o se c'é un vero declino dell'Ilva per errori manageriali". La sinistra chiede fermezza con l'azienda, così come il centrodestra, con l'ex governatore Biasotti, ora deputato.