Cultura e Spettacoli

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Straripante, inarrestabile, istrionico, forse anche eccessivo ma sicuramente unico. Daniel Oren torna a dare spettacolo al Carlo Felice di Genova salendo sul podio per dirigere la ‘Manon Lescaut’ del suo amatissimo Puccini dopo la defezione di Riccardo Frizza che se n’è andato all’improvviso sbattendo la porta. Ufficialmente per l’impossibilità di poter offrire uno spettacolo degno, penalizzato da prove effettuate al freddo, in condizioni ambientali poco professionali, anche se c’è più di un maligno, all’interno del teatro dell’opera genovese, a sussurrare come sia stato lo stesso Oren a creare e dettare occultamente le condizioni, in seno all’orchestra, perché la situazione per Frizza diventasse talmente insostenibile da costringerlo a dare le dimissioni. Un’orchestra che ha accolto il maestro israeliano con entusiasmo e perfino applausi a scena aperta. “Sono venuto perché me l’ha chiesto il sindaco Vincenzi e per l’affetto che provo nei confronti di questo teatro e della sua orchestra”, ha detto Oren. Un affetto evidentemente ricambiato perché se gli spifferi sono rimasti, adesso non se ne accorge più nessuno, tutti pronti a rimboccarsi le maniche e a offrire il massimo impegno per le prove, da affrontare quasi in apnea, perché la prima è dietro l’angolo. Qui davvero Oren può fare la differenza perché se Frizza era al suo esordio con la Manon, lui l’opera la conosce bene, non a caso quella che segnò il suo debutto nella lirica, esattamente trent’anni fa. Anche se sono esclusi problemi sindacali, come quelli che hanno bloccato la ‘prima’ del ‘Cappello di paglia di Firenze’, lo scorso novembre, qualcuno ha detto che per uno spettacolo di qualità ci vorrebbe un miracolo. Ma vogliamo scommettere che questo miracolo si avvererà?