Cronaca

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"Non ho indotto, tantomeno istigato nessuno ad uccidere mio marito. Quanto è accaduto mi é precipitato addosso". Clara Maneschi, la spezzina di 44 anni arrestata dai carabinieri di Pontremoli con l'accusa di concorso nell'omicidio del marito, si è confidata ieri col suo avvocato, Andrea Corradino. Il legale, nominato difensore di fiducia con la giovane collega Debora Cossu, parente della Maneschi, l'ha incontrata nel carcere di Pisa, dove la donna è detenuta. "La mia cliente è profondamente prostrata, si trova in prigione con una accusa pesante - sottolinea l'avvocato Corradino - mi ha ripetuto di aver spiegato a lungo anche ai carabinieri, di non aver indotto né istigato alcuno ad uccidere il marito. Ha subito un lungo interrogatorio, prima come persona informata sui fatti, e successivamente come indagata. E' entrata con un profilo ed è uscita con un altro. Avremo modo di chiarire la sua posizione. Ci sono state telefonate fra i due, prima e dopo il fatto - ammette il legale - tuttavia questo rientra nella situazione di profonda infelicità coniugale, che spingeva la mia cliente a confidarsi, a sfogarsi, per sentirsi meno sola. Del resto c'erano stati pubblici episodi di violenza, da parte del marito, anche in presenza di tanti testimoni", spiega il legale. Ma il giallo dell'assassinio del 49enne di Pian di Follo, Maurizio Cioni, avvenuto sabato scorso nei boschi di Pallerone ad Aulla, appare ancora complesso, tanto da far presagire nuovi sviluppi. Risulta infatti ancora da chiarire il ruolo di una terza persona, con la quale la donna sarebbe stata in confidenza, un altro uomo. Intanto, oggi la Maneschi comparirà davanti al giudice Perroni del tribunale di Massa, per la convalida dell'arresto. Contemporaneamente, alla Spezia, si svolgeranno i funerali di Trenti, nella chiesetta accanto all'obitorio. Una cerimonia mesta, quella del dipendente Enel, che lascia moglie e due figli, e una comunità - quella di Arcola, piccolo centro in Val di Magra, dove viveva - attonita.