cronaca

Il corteo da Galleria Mazzini alle 17,30 di martedì 3
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Una marcia silenziosa, per ricordare chi 78 anni fa da Genova fu deportato verso i campi di concentramento e non fece più ritorno a casa. Era il 2 novembre 1943 infatti quando i nazisti tesero una trappola e organizzarono la cattura di 238 ebrei.

Solo 10 tornarono a casa, come racconta Giacomo Mosca della Comunità di Sant'Egidio: "E' da tanti anni che la comunità di sant'Egidio insieme alla comunità ebraica di Genova e al centro culturale Primo Levi organizza la marcia della memoria per ricordare i deportati ebrei genovesi e quanti sono stati prelevati nelle riviere, un gesto che ha consegnato ai campi della morte 238 persone e da cui sono tornati solo in 10".

Si ricorda significativamente il 2 novembre 1943
ovvero il giorno in cui "le SS naziste arrivano alla sinagoga di Passo Bertora, ex passo Assarotti e costrinsero il custode a consegnare l'elenco degli iscritti alla comunità. Il custode fu costretto a telefonare a tutti i membri della comunità ebraica e dar loro appuntamento per il giorno seguente. E quel giorno alcuni vennero catturati e altri grazie all'aiuto di alcuni cittadini giusti che decisero di rompere il velo dell'indifferenza riuscirono invece a scappare".

Il 3 novembre 1943 è anche il giorno in cui fu catturato il rabbino Riccardo Pacifici in Galleria Mazzini ed è per questo che la marcia quest'anno il 3 novembre parte alle 17,30 proprio da galleria Mazzini.

"Una marcia silenziosa che dalla galleria giunge in via Assarotti fino alla sinagoga. E' diventato ormai un momento cittadino negli anni, interverranno il sindaco, l'arcivescovo Tasca, il presidente della comunità ebraica, il fondatore della comunità di Sant'Egidio Andrea Chiappori. La presenza dell'arcivescovo ricorda la collaborazione tra la chiesa genovese e la comunità ebraica proprio durante la Seconda guerra mondiale", conclude Mosca.

 (immagine di archivio)