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Il pareggio col Venezia è i fischi della Nord che ne sono seguiti hanno fatto esplodere il Genoa coi suoi miseri 8 punti sebbene in compagnia con le altre liguri. Ballardini sempre più in bilico con Pirlo e non solo alla finestra per rimpiazzarlo. Gli americani di 777 Partners, al Ferraris c’era Blazquez, riflettono e venerdì prossimo con l’Empoli a cui seguirà la sosta, a seconda del risultato, verranno prese delle decisioni sulla panchina.

Ballardini, in un momento del genere con la società in attesa del closing, è in pratica l’unico sotto ai riflettori e di fatto rischia di pagare per tutti. Nel Genoa c’è di fatto un vuoto di potere, (Preziosi ha ancora un ruolo? Due parole le ha dette solo Zarbano a Spezia ma nessuno si espone e perché?) che rischia di diventare pericoloso. Occorre fare presto e procedere nella chiarezza per iniziare un nuovo corso che dovrà portare a robusti investimenti a gennaio. Arrivarci però ancora vivi nel prossimo mercato. C’è infatti il rischio di avere una classifica disastrosa visto che con una sola vittoria in 11 partite al netto di errori evidenti del tecnico, la squadra è scarsa. E pesa l’assenza di un colpo al Ferraris.

L’illusione degli arrivi last minute di Toure, Fares, Caicedo, Vasquez e Galdames, è durata poco. Ballardini di fatto si è ritrovato un gruppo povero ed eterogeneo senza Strootman, Zappacosta, Scamacca, e Shomurodov . Persino Radovanovic, Zajc e Pjaca sono dei rimpianti. Così si è passati da un Genoa quasi da decimo posto a uno che rischia forte di andare in B. Inoltre l’ecatombe degli infortuni muscolari, per Destro stop di 3 settimane circa, è un caso che meriterebbe risposte dallo staff rossoblù. E se col Venezia per la prima volta il Genoa non ha preso gol, l’attacco col Venezia ha steccato.

Ne ha fatto le spese Ekuban che è subentrato a match in corso uscendo dopo 28 minuti. Un caso che Ballardini, allargando l’obiettivo, ha spiegato dicendo: “Tanti giocatori non sono in grado di indossare la maglia del Genoa che ha un certo peso”. Una dichiarazione forte che va a scuotere un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi. Il capitano Criscito fin qui con Sirigu tra i pochi ad andare a testa alta, si è detto amareggiato non nascondendo le preoccupazioni dell’ambiente prima cloroformizzato dal passaggio di proprietà del club e dai sogni facili a parole e ora risvegliatosi come sempre a dover difendere con le unghie i denti la serie A.