Ritorna il pagamento del pedaggio sul tratto autostradale dell'A10. Nella sostanza autofinanzieremo la messa in sicurezza delle nostre autostrade. Per anni e anni abbiamo percorso quelle strade, pagando un pedaggio, ignari della situazione in cui verteva l’intera infrastruttura, fino a che non è crollato il Ponte Morandi. Il disagio e l’inefficienza continua a interessare le nostre autostrade. Sono sotto gli occhi di tutti le mancate manutenzioni che durano da più di venti anni: abbiamo assistito ad una tragedia come quella del Crollo del Ponte Morandi. E’ a partire dalle vicenda del Ponte che sono emerse altre criticità su viadotti, gallerie e addirittura sui panelli fonoassorbenti, di recente installazione ma poi si è scoperto che erano pericolosi per gli autisti. Il ritorno al pagamento del pedaggio non arriva alla fine del percorso di messa in sicurezza delle infrastrutture autostradali, oramai è assodato che ci vorranno ancora anni perché questo avvenga.
Allora non è giusto che in questi anni che mancano si paghi un servizio come efficiente mentre rimaniamo ore e ore in coda. Poco importa che tra pochi mesi ci sarà il passaggio da Atlantia a CdP e altri fondi: il passaggio di proprietà riguarda due soggetti e non il rapporto tra un fornitore del servizio (ASPI) e chi lo acquista per usufruirne (cittadini e imprese).
Se ci sono ancora anni e anni di lavoro, dopo una negligenza ventennale, la messa in sicurezza non può essere pagata da chi anche nei prossimi anni usufruirà di quel servizio scadente. Questa parte dell’accordo non va assolutamente bene, dovremo tornare a pagare il pedaggio quando ci verrà fornito un’autostrada funzionante e sicura.
*Armando Sanna - Vicepresidente Consiglio Regionale
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