cronaca

La difesa: "E' parzialmente incapace di intendere e di volere". L'udienza potrebbe riprendere nel 2022
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Stop al processo per il killer del femminicidio di via Colombo: l'avvocato difensore dell'assassino ha chiesto per il proprio assistito, Renato Scapusi, il riconoscimento dell'interdizione parziale della capacità di intendere e di volere, e siccome il consulente psichiatrico del pubblico ministero aveva già escluso questa possibilità il giudice della corte d'assise Massimo Cusatti non ha potuto fare altro che rinviare l'udienza per nominare a una nuova perizia che stabilisca le condizioni psichiatriche di Scapusi.

E' quanto emerso dalla terza udienza del delitto celebrata ieri, 26 ottobre, davanti alla corte di assise di Genova in cui sono stati ascoltati i periti delle due parti.

Il giudice ha rinviato l'udienza all'8 novembre: quel giorno lo psichiatra a cui sarà assegnata la perizia, come da prassi, chiederà sessanta di giorni per effettuare e trarrà le sue conclusioni sullo stato di salute mentale di Renato Scapusi. Il processo così dovrebbe riprendere solo nel 2022.

Si tratta di un omicidio commesso con efferatezza: l'assassino, Renato Scapusi, 59 anni, un artigiano genovese rovinato dal vizio del gioco, il 19 febbraio scorso uccise con oltre cento coltellate l'ex compagna Clara Ceccarelli nel negozio di pantofole della donna, in via Colombo, nel pieno centro a Genova.



Scapusi fu fermato dopo poche ore dalla polizia nei pressi dell'ospedale Galliera in stato confusionale mentre tentava di gettarsi nel vuoto da un muraglione.

E' accusato di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà.
L'uomo aveva riferito di essere andato nel negozio per parlare e che poi era stato colto da uno scatto d'ira e di avere afferrato un coltello e colpito la donna: l'arma però non è mai stata rinvenuta.

Come emerso dalla seconda udienza del processo la premeditazione potrebbe essere avvalorata da un coltello sparito poche ore prima da una yogurteria poco distante dal negozio della vittima. L'arma sarebbe compatibile con quella usata dal killer e potrebbe fare condannare all'ergastolo l'assassino di Clara.

Scapusi era stato nella yogurteria e nel retro del negozio. Poi il negoziante si era accorto della sparizione del coltello.
Il legale dell'assassino, Stefano Bertone, se riuscisse a dimostrare lo stato di parziale infermità mentale potrebbe ottenere uno sconto di pena di un terzo.
Il perito del pm Giovanni Arena invece sostiene che l'uomo è in grado di intendere e volere.


L'avvocato dell'assassino oltre a sostenere come non vi fosse premeditazione e nemmeno crudeltà aveva riferito che Scapusi prima dell'omicidio era stato dimesso con una terapia a base di psicofarmaci, quindi c'era un disturbo psicotico in atto.



Schiavo del gioco e disoccupato, Scapusi quel pomeriggio andò nel negozio di Clara, la spinse contro una parete e l'accoltellò con un centinaio di fendenti. Poi scappò.

Clara, la vittima, aveva aiutato anche economicamente Scapusi, ma poi visto la sua dipendenza dal gioco lo aveva poi lasciato. Per questo lui la riteneva responsabile della sua rovina.



Scapusi ha sempre presenziato alle tre udienze del processo: è apparso dimagrito e provato, con lo sguardo assente.
Nelle scorse settimane aveva provato a togliersi la vita nel centro clinico del carcere di Marassi dove è detenuto ingoiando alcuni stracci e la mascherina: ma gli agenti della polizia penitenziaria lo avevano bloccato e salvato.