cronaca

Tita è stata trasferita all'Acquario di Genova per le cure necessarie
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 Soccorsa al largo di Portofino una tartaruga Caretta caretta, ora Tita, 36 kg di peso in difficoltà tra le onde: individuata dal Sig. Tommaso Ascarelli, diportista, è stata poi portata all’Acquario di Genova grazie al coinvolgimento della guardia costiera di Santa Margherita Ligure che ne ha curato il trasferimento a Genova.


Lo staff medico-scientifico dell’Acquario di Genova ha coordinato le operazioni di soccorso e recupero ed ha svolto, al suo arrivo presso la struttura di Ponte Spinola, tutti i controlli di routine - esami del sangue, tamponi, radiografie ed ecografia – riscontrando una parziale ostruzione a livello gastroenterico; la stasi dell’apparato è stata causata dall’ingestione di materiale plastico.


L’esemplare, presumibilmente femmina, è stata chiamata "Tita" dai quattro bambini, Ari, Leone, Michele e Nicolò, che si trovavano con le loro famiglie a bordo dell’imbarcazione da cui è partito l’SOS. Tita resterà ricoverata in prognosi riservata presso l’area curatoriale dell’Acquario fino a quando avrà recuperato un buon stato di salute.


Tita è uno tra gli esemplari di tartaruga marina trovati in difficoltà e trasportati all’Acquario. Non tutte, purtroppo, sono storie a lieto fine. Diverse sono le cause del ricovero, tra le principali: interferenze con le attività di pesca (è frequente la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali); ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo (più di rado altrove), a volte letali; patologie varie e traumi, sopracitati che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.