cronaca

Il Tribunale di Sorveglianza si allinea alle richieste dell'avvocato Savi e al parere del sostituto procuratore generale Zucca
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 Marta Vincenzi non andrà in carcere: l'ex sindaco sconterà con l'affidamento in prova ai servizi sociali i tre anni di reclusione, patteggiati per le accuse relative all'alluvione del 2011, che per l'esondazione del Fereggiano era costata sei vite umane, tra cui quelle di due bambine. Lo ha deciso il tribunale di Sorveglianza di Genova, anche sulla base del parere favorevole del sostituto procuratore generale Enrico Zucca. La Vincenzi era difesa da Stefano Savi (nella foto, l'avvocato e l'ex sindaco).

Affidamento ai servizi sociali anche per l'ex assessore Francesco Scidone (avvocato Andrea Testasecca) e l'ex dirigente comunale Gianfranco Delponte (avvocato Romano Raimondo). I due avevano patteggiato una pena a tre anni e quattro mesi.

La Vincenzi era stata condannata in primo e secondo grado a 5 anni, per disastro e omicidio colposo plurimo e falso, ma la Cassazione aveva rinviato a un processo bis di secondo grado per ricalcolo delle pene. Secondo la sentenza di merito, resa definitiva dalla Suprema Corte, la Vincenzi è colpevole di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e di una delle ipotesi di falso: quella sulla presenza di un volontario della protezione civile a guardia del rio Fereggiano. Cadute invece le accuse di falsificazione dell'orario di esondazione del corso d'acqua.

Il verdetto aveva subito alcune lungaggini perché al termine della prima udienza il giudice Clara Guerello si era astenuta per un possibile conflitto d'interessi: i suoi genitori, titolari di un esercizio commerciale danneggiato dall'alluvione, avevano presentato richiesta - peraltro respinta - di costituzione di parte civile per risarcimento danni.