cronaca

La Procura iscrive i primi indagati: il primo cittadino, tecnici e imprese edili
1 minuto e 7 secondi di lettura
 Era il 22 febbraio quando una parte del cimitero di Camogli si sgretolava crollando in mare e portando nelle acque centinaia di bare. 415 in tutto i feretri portati via dalle correnti, molti non ancora ritrovati.

E a sette mesi dalla tragedia la Procura di Genova iscrive nell'elenco degli indagati per il crollo le prime persone, dopo aver analizzato attentamente la consulenza tecnica depositata ormai 30 giorni fa. Tra questi spicca il nome del sindaco di Camogli Francesco Olivari con ipotesi di reato di "crollo colposo".

Il primo cittadino non è il solo iscritto nel registro: insieme a lui, che amministra il paese del levante dal 2013, ci sono funzionari e tecnici degli uffici comunali oltre alle ditte che negli ultimi anni hanno effettuato lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria all'interno del cimitero.

Sotto la lente delle indagini ci sono alcuni interventi che sono stati fatti nel corso dell'amministrazione Olivari: le carte parlano di un investimento nel 2015 da 200mila euro e un secondo iniziato poco prima del crollo. Era il dicembre 2020, il cantiere costò all'amministrazione 470mila euro.

Come ogni mese, due giorni fa il Comitato Caligo su Camogli ha ricordato la data appendendo palloncini bianchi sul cancello del cimitero. Per ora sbarrato. Ma che presto potrà riaprire, almeno in parte: avverrà ai primi di novembre in corrispondenza della festività dei defunti.