cronaca

E' morto a 23 anni, il 21 maggio 1945 a Desenzano Del Garda
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 Svelata la targa commemorativa per Aldo Gastaldi "Bisagno", nel centenario della nascita, sulla facciata della casa natìa nel quartiere di Granarolo. Alla cerimonia, molto partecipata, sono intervenuti il sindaco Marco Bucci, l'arcivescovo Marco Tasca, il presidente del Municipio Centro Ovest Michele Colnaghi, la sorella e il nipote Aldo che ha ricordato la figura del partigiano Bisagno, morto a 23 anni, il 21 maggio 1945 a Desenzano Del Garda, con la lettura di alcune significative lettere alla famiglia inviate durante la guerra di Liberazione.

 Monsignor Tasca ha ricordato il processo di beatificazione in corso per Bisagno. Aldo Gastaldi nasce a Granarolo (Genova) il 17 settembre 1921 da Paolo Gastaldi e Maria Lunetti. Dai genitori impara la fede cristiana e quel senso di severa responsabilità che lo accompagnerà sempre. Conseguito il diploma di perito elettrotecnico nel 1939, inizia a lavorare alla Società San Giorgio di Sestri Ponente e si iscrive nel frattempo alla facoltà di Economia e Commercio, quando nel 1941 riceve la chiamata alle armi. Il 15 agosto 1942 entra in servizio come sottotenente nel 15° Reggimento Genio presso la caserma di Chiavari.

L'8 settembre 1943 Aldo è di pattuglia in città quando arriva la notizia dell'armistizio; non appena viene a sapere che i tedeschi hanno occupato la caserma fa nascondere le armi agli uomini che ha con sé, poi li lascia liberi di andarsene. Nelle settimane successive viene contattato da Giovanni Serbandini "Bini", comunista, che rimane colpito dalla ferma decisione maturata dal giovane ufficiale. Con un ristretto gruppo di uomini si stabilisce a Cichero, alle pendici del monte Ramaceto e fonda un primo nucleo di partigiani. Aldo viene eletto comandante e prende il nome di "Bisagno", dal torrente che taglia in due Genova. Cattolico, apartitico, con un carisma straordinario, Bisagno si oppone con decisione ai continui tentativi di politicizzazione delle formazioni partigiane messi in atto dal partito comunista.

Nei giorni successivi alla liberazione Bisagno si scaglia più volte contro i regolamenti di conti che insanguinano le strade di Genova. Per garantire l'incolumità di alcuni suoi partigiani, ex alpini originari del Veneto e della Lombardia, li accompagna personalmente a casa. Muore il 21 maggio 1945 a Desenzano del Garda, dopo aver riconsegnato alle famiglie tutti i suoi uomini. A "Bisagno" è stato attribuito il titolo di "Primo Partigiano d'Italia". Nel giugno 2019 il cardinale Bagnasco ha avviato la causa di beatificazione di Gastaldi per "la sua grande fede, semplice e profonda, unita ad un abbandono e a una illimitata fiducia nella Provvidenza Divina".