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In cantina cento quintali d’uva sono già in appassimento e resteranno stesi per i prossimi due mesi.
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 “La raccolta sta andando molto bene speriamo non si guasti il tempo – spiega il Presidente della Cantina Sociale delle Cinque Terre, Matteo Bonanini -. Le uve che stanno conferendo i nostri soci sono sane e belle nonostante il mese di luglio non abbia concesso molta pioggia, fortunatamente, le ultime precipitazioni hanno rimpolpato i grappoli in extremis. Sarà un anno da sciacchetrà: cento quintali di uva fresca sono già in appassimento e resteranno stesi per i prossimi due mesi”.  

 

Ad aiutare gli storici conferitori ci sono giovani braccia. La vendemmia è un momento di condivisione, gioia e, alle Cinque Terre, anche di estrema fatica: nelle vigne più antiche - dove i vitigni d’albarola, di bosco e di vermentino si confondono - bisogna tagliare i grappoli da seduti, poi portare le cassette in spalla, lungo i sentieri o le scalinate, al trenino. Da lì parte la salita vertiginosa sino alla strada. E’ un lavoro di gambe e di braccia, le stesse che durante l’anno si tengono allenate nel recuperare i muretti a secco.








L’aiuto arriva da giovanissime leve come ci testimonia il sorriso di Davide che a 19 anni per la prima volta guida il trenino con tutta l’emozione di recuperare una tradizione che gli ha insegnato il nonno e metter da parte qualche soldo per l’università. Poi in cantina ci sono i ragazzi della Caritas, vengono dal Camerun e della Nigeria, sono assunti e messi in regola, aiutano i conferitori e, mentre sollevano le casse cariche di grappoli, ci raccontano che preferiscono lavorare qui che restare in città. E, nonostante il sudore e la fatica, il loro sorriso non mente.