cronaca

Beffa a San Fruttuoso: trentenne marocchino ricercato da martedì scorso
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Grazie al braccialetto elettronico scontava comodamente in casa, ai domiciliari, l'ultima parte della sua pena: a un trentenne marocchino in galera con una pena per spaccio non è bastato. Da martedì ha deciso di tornare il libertà: ha rotto il dispositivo che aveva alla caviglia e collegato via modem alla centrale operativa della questura ed è sparito nel nulla.

L'allarme per l'evasione, almeno questo, è scattata subito: nell'abitazione di San Fruttuoso, in via Benettini, viuzza dalle parti di via D'Albertis, è subito giunta una pattuglia delle volanti. Ma del detenuto nessuna traccia, inutili anche i controlli nell'abitazione di un conoscente.

Dopo le prime ricerche, il tempo di cercare (inutilmente)  almeno il braccialetto scassinato, è stato dichiarato evaso e sono state diramate le ricerche con foto segnaletica a tutte le pattuglie di poliziotti e di carabinieri.

Il recluso aveva commesso i reati di spaccio in Toscana, fra Prato e Firenze, e dopo anni di galera aveva ottenuto di beneficiare dei domiciliari grazie al braccialetto elettronico a Genova perché qui c'è un connazionale che ha accettato di ospitarlo e gli ha anche offerto un posto in un lavaggio d'auto.

Quando andava a lavorare in automatico Fastweb disattivava il braccialetto
e lui poteva muoversi in libertà, poi tornava in casa dove invece era monitorato e non poteva uscire dal perimetro della casa configurata dal tecnici Fastweb nel momento dell'installazione del braccialetto. Una cella virtuale, con muri fantasma, roba da fantascienza tipo Matrix.

Fra le ipotesi quella che l'uomo possa avere deciso di fuggire perché i rapporti con chi lo ospitava e gli aveva offerto un lavoro si erano deteriorati e per lui non avere un domicilio equivaleva a tornare dietro le sbarre.