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Il tecnico legato alla catastrofica retrocessione del 2011 non ha perso entusiasmo
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 Alberto Cavasin torna in panchina e riparte dalla Sardegna: allenerà il Barisardo, squadra isolana della Prima Categoria del Girone C ogliastrino-nuorese. Il tecnico veneto, 65 anni, è inchiodato nella considerazione dei tifosi doriani al vano tentativo compiuto nel 2011 di rianimare una squadra demolita dalla proprietà con la gestione del caso Cassano (pagato per essere mandato via, a vincere lo scudetto nel Milan) e le aggiuntive cessioni scriteriate invernali di Pazzini e Marilungo. Ma il ricordo di quella retrocessione, la più grottesca della storia del calcio non solo italiano per una squadra che nel campionato precedente era arrivata quarta e in Champions, viene abbinato al solo Cavasin pur avendo ben altri responsabili.

Il tecnico trevigiano, buon giocatore di A con Atalanta, Catanzaro, Bari e Cesena e un'onesta carriera di tecnico culminata nel 2000 nella Panchina d'Oro per il lavoro al Lecce e con la promozione della Fiorentina dalla C2 nel 2003, era arrivato al Doria reduce da un periodo con più ombre che luci: non conduceva un intero campionato dal 2001 e nelle due stagioni precedenti era stato esonerato prima dal Brescia e poi dal Bellinzona in Svizzera. Al Doria subentrò a Di Carlo, arrivò a dieci partite dalla fine e racimolò soltanto 5 punti, ma nemmeno Mourinho o Guardiola avrebbero rilanciato una squadra vuota e rassegnata, quasi avviata a un autoaffondamento di cui troppo tardi si sarebbe percepita la portata.

Il dramma doriano incise anche sulla carriera di Cavasin che da allora ha allenato soltanto per 7 partite nel Leyton Orient (quarta serie inglese, la nostra D) tra ottobre e novembre del 2016 e, tra il 2017 e il 2018, per 13 partite il Santarcangelo di Romagna in C.

Ora Cavasin accetta di ripartire dalla Prima Categoria sarda, con lo stesso entusiasmo di sempre. In bocca al lupo, qui a Genova purtroppo a meno di miracoli verrà ricordato sempre per quel 2011. Ma nella lista dei responsabili di quel disastro il tecnico veneto non è assolutamente tra i primi.