cronaca

Cuocolo, professore ordinario di diritto costituzionale comparato fa il punto
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Il Green pass si prepara a entrare in vigore. Le piazze d'Italia ogni sabato vedono la presenza, più o meno partecipata, dei manifestanti contro l'introduzione della misura. Dubbi e polemiche sulla legittimità della misura che non mancano a più livelli, dalle piazze al Parlamento. Lorenzo Cuocolo, professore ordinario di diritto costituzionale comprato dell'Università di Genova fa chiarezza.

La prima questione riguarda la costituzionalità del Green Pass: "I diritti non sono mai assoluti - spiega Cuocolo - e possono sempre tollerare delle limitazioni, in questo caso le limitazioni sono avvenute attraverso la legge quindi parlare di incostituzionalità risulta difficile. Il green pass è sicuramente meno restrittivo rispetto ai provvedimenti che abbiamo tutti dovuto sopportare nel passato durante la pandemia, pandemia che continua a esserci".


Altro tema che solleva polemica riguarda il fatto che il green pass sia previsto per alcune attività e non per altre. Per esempio sì ai ristoranti al chiuso no nei mezzi pubblici. "E' una discrezionalità del legislatore, questa discrezionalità deve essere valutata sulla base della ragionevolezza. Certo è che le scelte devono essere ben motivate e lo devono essere sulla base dell'emergenza pandemica. Le limitazioni dei diritti ci possono essere qualora siano strumentali a garantire il diritto alla salute per i cittadini. Là dove questa strumentalità viene meno sorgono maggiori dubbi" spiega ancora Cuocolo.

L'obbligo vaccinale al momento è stato escluso. Praticamente nessun paese al mondo ha adottato l'obbligo vaccinale. "La costituzione consente le vaccinazioni obbligatorie - precisa il professore ordinario di diritto comparato -. In questo caso il Governo ha ritenuto di non seguire la strada della vaccinazione obbligatori lasciando le maglie più larghe e quindi dicendo al cittadino che se ti vaccini hai più possibilità di usufruire di determinati diritti se non lo fai limito i tuoi diritti rispetto a chi fa un in qualche modo un salto nel buio. Perché ricordiamo che si tratta di vaccini che seppur sperimentati non hanno al momento statistiche sul lungo termine. I cittadini che scelgono di vaccinarsi però fanno un 'sacrificio' per l'interessa della collettività. Bisogna evitare che ci sia chi sfrutta i sacrifici fatti da una parte della popolazione per godere di diritti sulle spalle degli altri".

Altra questione è quella dei vaccini per le fasce di età più giovane, quella scolastica. Anche in questo caso il professore Cuocolo analizza la situazione nel dettaglio. "E' un tema molto delicato - precisa Cuocolo -. Se per gli adulti non ha statistiche ma è comunque stata fatta per milioni e milioni di persone in tutto il mondo e ha dato dei risultati di beneficio infinitamente superiore rispetto al rischio di prendere il Covid. Per i ragazzini della fascia 12-18 i numeri sono diversi. Ci sono degli studi che mostrano come la forchetta tra rischi e benefici sia molto più attenuata rispetto a quella per gli adulti. Per loro secondo me ci vuole maggiore prudenza sul vaccino e auspicherei una presa di posizione netta da parte delle autorità scientifiche prima ancora di quelle politiche. Anche perché ci avviciniamo all'inizio della scuola in una situazione di incertezza che non mi sembra un buon viatico".