Il 19 luglio del 2001 a Genova si tiene la prima manifestazione che apre le contestazioni per il vertice dei grandi della terra. La zona rossa è stata ormai delimitata a protezione dell’area di palazzo Ducale dove si svolgono le riunioni, e della zona del porto Antico dove trovano alloggio i grandi. La città, ferita dalle alte barriere di ferro, appare già semideserta, molti hanno chiuso i negozi per timore di subire danni, chi ha potuto ha lasciato Genova diretto alle case di campagna e al mare. Le auto sono state spostate. È come se nell’aria ci fosse il presagio che qualcosa di grave stia per succedere ma non succede il 19, quando il corteo è colorato e festante: il tema è la rivendicazione dei diritti degli extracomunitari e degli immigrati con molti gruppi stranieri, genovesi, Rete Lilliput e anche un piccolo gruppo di anarchici, circa 50.000 persone, senza incidenti.
Un gruppo di tute nere, presente nel gruppo degli anarchici, giunto all'altezza della questura presidiata dalle forze dell'ordine, lancia bottiglie di plastica e alcuni sassi, ma sono gli stessi anarchici ad interrompere l’azione mettendosi in mezzo. La giornata viene archiviata senza disordini, ma sarà solo l’antipasto di qualcosa di terribile.
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