Questa mattina a Genova in salita Santa Brigida, nel centro storico, è stato commemorato l'eccidio dell'8 giugno 76 del procuratore della Repubblica Francesco Coco, del brigadiere di pubblica sicurezza Giovanni Saponara e dell’appuntato dei Carabinieri Antioco Deiana.
La commemorazione è avvenuta alla presenza delle autorità, sotto casa di Coco, proprio dove l'eccidio avvenne: presenti il procuratore capo Francesco Cozzi, il figlio Massimo e il nipote di Coco, il questore Ciarrambino, e il prefetto Franceschiello, i comandanti della guardia di finanza e dei carabinieri Tomei e Feroce, della Procura e dell'amministratore comunale, rappresentato dall'assessore alla Sicurezza Giorgio Viale.
La comemmorazione sarebbe dovuta avvenire l'8 giugno ma a causa della pandemia è stata rimandata a oggi 1 luglio.
Massimo Coco, figlio di Francesco, non nasconde un po' di amarezza per la commemorazione in formato ridotto svolta proprio nel giorno del 45esimo anno dall'eccidio: "E' morto mio padre con altre due persone, è stato un episodio importante e determinante nella storia del nostro Paese. Quest'anno ricorre il 45esimo anniversario, mi aspettavo alla fine dell'emergenza sanitaria che ci potesse essere almeno un ricordo un po' più evidente. Ma tutto passa con una giornata come oggi in cui grazie all'iniziativa di persone particolarmente sensibili si permette che la memoria sia celebrata come merita e come dobbiamo".
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"Abbiamo delle leggi e mio padre è morto per farle rispettare, come i due uomini della sua scorta Deiana e Saponara, non toccano a me questi tipo di commenti, se le leggi permettono questo le dobbiamo rispettare, se le leggi non vanno più bene o ritenute inadeguate è giusto che nelle sedi più opportune vengano discusse. Io rispetto se c'è una decisione della magistratura, devo accettarla e rispettarla anche se può non farmi piacere, naturalmente", dichiara ancora Massimo Coco.
La corona di fiori deposta in salita Santa Brigida dall'Associazione vittime del terrorismo porta una scritta significativa: "8 giugno 1976 strage senza colpevoli". Ad aprire il momento di raccoglimento è il sacerdote, il cappellano della guardia di finanza, con la sua benedizione: "Francesco, Antioco e Giovanni riposino nella pace".
E poi a prendere la parola è il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che parla di una "cerimonia fortemente voluta, ringrazio i presenti e la città di Genova" ma soprattutto illustra il contesto in cui i fatti si svolsero e perché è fondamentale non dimenticare.
"Al di là della tragedia umana e del significato dirompente e traumatico dell'eccidio di Coco, Deiana e Saponara, quello che dobbiamo ricordare e per il quale siamo debitori è che Francesco Coco venne assassinato perché si era rifiutato di eseguire un ordine ritenuto illegittimo perché emanato sotto la costrizione e la minaccia da parte dei terroristi", argomenta Cozzi. Questa ordinanza "disponeva la scarcerazione di appartenenti alla banda XXII ottobre reponsabili dell'omicidio di Alessandro Floris, ucciso alcuni giorni prima. E' grazie a persone come Coco e a questi gesti che la nostra democrazia oggi è presente forte e salda e di questo non ce ne dobbiamo mai dimenticare", conclude il procuratore capo.
cronaca
45 anni fa l'uccisione del procuratore Coco, a Genova la commemorazione
Ucciso con gli agenti Deiana e Saponara. Sulla corona di fiori: "8 giugno 1976 strage senza colpevoli"
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