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Sia in presenza che online
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Genova e la Liguria sono al centro dell'attenzione di Slow Food, non solo perché dal 1 al 4 luglio in quattro piazze del centro cittadino si tiene Slow Fish (il programma della manifestazione dedicata agli ecosistemi acquatici e organizzata da Slow Food e Regione Liguria è su ww.slowfish.it), ma anche perché il capoluogo ligure il 3 e il 4 luglio ospita il X Congresso di Slow Food Italia. "L'assise che stiamo per celebrare sarà forse diversa dai Congressi precedenti, per quello che stiamo vivendo, perché per la prima volta non tutti i delegati saranno in presenza, ma tanti si collegheranno online.

Eppure, questo appuntamento avrà in comune con gli altri Congressi l'impegno a far evolvere ulteriormente il percorso politico di Slow Food in Italia - ha detto Giorgia Canali a nome del Comitato Esecutivo uscente -. A questo Congresso portiamo in dote il lavoro collettivo di condivisione e costruzione dei documenti che ne costituiscono l'anima politica, che ha caratterizzato il percorso congressuale e che sottolineano con forza quanto sia centrale la missione di Slow Food nel mondo e in Italia. La sfida di un destino comune è quella che sappiamo di avere di fronte, una sfida che ha la sua premessa fondamentale nell'impegno a battersi per un cibo buono, pulito e giusto per tutti, come recita il motto che ci identifica a partire dal nostro Congresso internazionale di Chengdu nel 2017, e nello scegliere la rete di comunità come modello di sviluppo. È una sfida che ci richiama a un cambiamento urgente e profondo al tempo stesso, da affrontare insieme, consolidando e coltivando la rete delle attiviste e degli attivisti di Slow Food in Italia".


A Genova sono presenti 251 delegati in rappresentanza di tutte le regioni d'Italia, mentre altri 500 sono in collegamento online per questo appuntamento che consolida le basi politiche dell'associazione. "Proprio partendo da una visione d'insieme globale e comunitaria - si legge nella nota di Slow Food -, Slow Food vuole affrontare le sfide future, per rispondere al profondo cambiamento già necessario da tempo che questa sindemia ha accelerato. La crisi con cui facciamo i conti oggi è sanitaria, economica, sociale, climatica, alimentare, culturale. Una crisi di umanità. A cui si deve rispondere con un cambiamento non fatto di proclami".

Cambiare rotta "non è affatto banale, perché sui paradigmi della crescita infinita e dell'uomo signore del pianeta si è retta sin qui la modernità - prosegue la nota citando il documento congressuale 'La sfida per un destino comune' -. Perché, in assenza dell'etica, la crescita continuerà a giustificare sé stessa distruggendo le condizioni necessarie alla vita. Quello che la modernità non vede è che l'entropia ci costringerà sempre più a riconsiderare i nostri stili di vita e ad adottare comportamenti compatibili con l'equilibrio sociale ed ecologico". La risposta a questa condizione "passa sempre più per una dimensione collettiva, dall'avere una visione sovranazionale e attenta ai territori. La centralità del cibo, che è propria di Slow Food, è fondamentale per una visione globale e trasversale, che tocca molti ambiti della nostra vita".