I tanti caschetti gialli degli operai Ilva, da una parte, i pochi caschi azzurri dei poliziotti, dall'altra e quasi schiacciati contro il grande portone della prefettura.
Un faccia a faccia vibrante che dura per decine di minuti, un pericoloso tira e molla, con bottiglie di plastica piene d'acqua e aste di bandiere scagliati contro gli agenti.
Quello che avviene sotto un sole cocente dopo le 11 davanti al palazzo del governo a Genova è il momento più delicato della lunga giornata della manifestazione degli operai dell'Ex Ilva scesi in piazza dalle 8.30 per dire no alla cassa integrazione ordinaria: gli operai spingono, i poliziotti provano a resistere e quando sono messi alle strette reagiscono, con il manganello per allontanare i manifestanti.
Un parapiglia che rischia di trascendere, nonostante il primo dirigente della polizia Maria Teresa Canessa, la poliziotta nota perchè anni fa si tolse il casco davanti ai manifestanti in segno di distensione, anche stavolta invia segnali per mediare, senza il casco con il palmo della mano come a raccomandare calma.
Ma se chi è in prima fila sembra raccogliere il ramoscello d'ulivo, qualche operaio dietro urla e spinge, provoca, offende la poliziotta, invita gli agenti a togliersi il casco e affrontarli "da uomo a uomo": in pochi minuti davanti alla prefettura è il caos.
Sul campo rimangono tre contusi in modo lieve, due poliziotti, uno della Digos e uno del Reparto Mobile, e un carabinieri del battaglione di Sturla. Forse sono rimasti feriti anche dei lavoratori: ma di certo non lo diranno, nè tantomeno si recheranno in ospedale a farsi visitare per evitare possibili denunce. Ogni momento degli scontri è filmato dalla scientifica.
La manifestazione era partita alle otto e mezzo del mattino dall'ingresso dello stabilimento: trecento, forse quattrocento manifestanti dietro lo striscione rosso con sopra scritto "Che L'inse!".
Ad ogni metro al corteo si uniscono altri manifestanti, con altri striscioni, come i portuali, poi altri lavoratori, altri passanti. Il momento più bello, commovente, in via Cantore, a Sampierdarena, dove ai bordi di un marciapiede si affacciano la moglie e la figlia di Pino Lorusso, un dipendente Ilva morto in montagna quasu un anno fa, e mai dimenticato dagli altri lavoratori. L'abbraccio fra le due donne e gli operai è commovente, e tocca tutti. La vedova poi ammetterà a Primocanale che l'Ilva è per lei come una famiglia.
A proposito di famiglia fra i primi dietro il grande striscione rosso che apre il corteo c'è un operaio papà di un ragazzo di sedici anni anche lui presente alla manifestazione a torso nudo e una bandiera in mano: "Siamo qui anche per i nostri figli, per dare una speranza di vita anche ai nostri figli.
Via Cornigliano, via Pieragostini, Sampierdarena, via Cantore, via Milano, via Buozzi, via Gramsci, porta di Vacca, piazza Nunziata, Largo Zecca, le gallerie, piazza Portello, sotto il sole, con qualche nuvola, il corteo, tra fumogeni e petardi, arriva così nella galleria Bixio che conduce a Corvetto e alla prefettura. Qui il parapiglia, gli scontri, il corteo che raggiunge i palazzi della politica, Comune e Regione, sbarrati, ma se il sindaco Marco Bucci ci mette la faccia, incontrando i lavoratori, Toti non c'è, ha preferito partecipare ad un'iniziativa a Sarzana, nello Spezzino, per l'inaugurazione di una piscina.
Gli operai davanti all'ingresso della Regione non la prendono bene, il malumore serpeggia. Poi, dopo le 13, arriva l'ok della prefettura: una nutrita rappresentanza di operai, circa quindici persone fra cui i leader storici della Fiom Bruno Manganaro e Franco Grondona, viene accolta nel palazzo, l'obiettivo della manifestazione.
Negli stessi minuti Andrea Benveduti, assessore Sviluppo Economico della Regione Liguria, in diretta skype su Primocanale, garantisce la volontà di appoggiare le lotte dei lavoratori. Lo stesso farà subito dopo il vicepresidente del consiglio regionale Armando Sanna, tra i nuovi volti del Pd: "Auspico che nell'incontro di lunedì fra governo e lavoratori si trovi la soluzione per garantire il futuro ai lavoratori dell'ex Ilva".
cronaca
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