economia

Il rapporto annuale della Banca d'Italia rende una fotografia in chiaroscuro
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 L'industria e l'edilizia reggono l'impatto della crisi, mentre a soffrire sono soprattutto i servizi con un calo delle presenze turistiche pari al 40%. E' la fotografia che emerge dal rapporto "L'economia della Liguria" della Banca d'Italia relativo al secondo semestre del 2020, presentato dalla direttrice della sede di Genova Marina Avallone e dall'economista della divisione Analisi e ricerca territoriale Alessandro Fabbrini.

"L'industria ligure e' specializzata in beni con lunghi cicli produttivi, come la cantieristica e l'impiantistica complessa, ed e' per questo che sono meno sensibili alle variazioni congiunturali - ha spiegato Avallone -. Il terziario, invece, ha sofferto molto il periodo di lockdown e la minore capacita' di spesa delle famiglie, contando che la Liguria e' la regione piu' terziarizzata del Nord Italia. Le misure di sostegno hanno permesso alle imprese di attutire le conseguenze negative. Anche il calo degli occupati e' stato limitato e inferiore a quello osservato per il Nord Ovest e per l'intera Italia".

In particolare nell'industria il fatturato e' calato dell'1,3%, le ore lavorate del 3,3% e l'occupazione e' rimasta stabile. "Il comparto edilizio sembrerebbe aver recuperato quello che aveva perso nella fase piu' dura del lockdown", ha spiegato Fabbrini. Determinante il contributo delle opere pubbliche, dal Ponte Genova San Giorgio al riavvio del Terzo Valico e del Nodo ferroviario passando per le opere infrastrutturali in porto. Ben piu' rilevanti gli effetti sul terziario: traffici mercantili portuali ridotti del 15%, presenze turistiche giu' del 40% (addirittura 66% per gli stranieri), transiti di passeggeri diminuiti del 70%, compravendite immobiliari calate del 9%. Gli esercizi commerciali e della ristorazione hanno sofferto, oltre che dei periodi di lockdown, dei minori afflussi turistici e della ridotta capacita' di spesa delle famiglie.

La diminuzione del fatturato ha avuto conseguenze rilevanti su redditivita' e fabbisogno finanziario delle imprese liguri, quest'ultimo in gran parte soddisfatto dall'aumento dell'indebitamento bancario (cresciuto del 4,%, e del 10,1% per le aziende di piccole dimensioni). Il ricorso alle misure di sostegno della liquidita' (moratorie e garanzie pubbliche sui nuovi prestiti) e' stato ampio, specie da parte dei settori piu' esposti alla fase congiunturale sfavorevole, come il commercio, l'alloggio e la ristorazione, i viaggi e il noleggio. Misure che, insieme alla sospensione delle istanze di fallimento, hanno contenuto il numero di aziende in uscita dal mercato. Per quanto riguarda l'occupazione, le misure governative di sostegno hanno contenuto la riduzione complessiva all'1,7%, ma la contrazione delle ore lavorate e' stata del 10,3%. Tra i lavoratori dipendenti la riduzione delle assunzioni nette ha colpito con maggiore severita' commercio, turismo e intrattenimento, e a pagare un prezzo piu' alto sono stati ancora una volta i giovani e le donne.

Di conseguenza si sono fortemente accentuate le disuguaglianze sui redditi da lavoro, mentre i consumi si sono ridotti in misura sensibilmente piu' ampia rispetto al reddito. E mentre per il 2021 si conferma una "visione mediamente positiva", a preoccupare sono le possibili conseguenze dello sblocco dei licenziamenti a partire dal 1° luglio. "Ma le imprese industriali liguri, quando ci hanno indicato le loro previsioni occupazionali per il 2021, ritengo avessero gia' in mente che nel corso dell'anno le misure di limitazione sarebbero venute meno - spiega Fabbrini -. Complici i dati che abbiamo visto, molto meno peggiori di quelli che temevamo, pensiamo che per l'industria questo fattore possa impattare poco. Per le costruzioni tenderei a escludere shock pesanti. Quello che e' difficile da prevedere e' cio' che accadra' nel mare composito e differenziato dei servizi. Ma visto che l'occupazione dipendente ha gia' pagato un prezzo elevato, col mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato e una contrazione del 6,6% delle assunzioni, l'auspicio e' che il calo gia' osservato abbia impedito ulteriori conseguenze future.