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La preoccupazione dell'arcivescovo riflette quella dei sindacalisti per la crisi occupazionale in atto
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 Oltre 250 persone hanno accompagnato l'arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, al tradizionale pellegrinaggio del mondo del lavoro al santuario della Madonna della Guardia, quest'anno caratterizzato dalle molteplici difficoltà dei settori di economia e lavoro ai tempi del Covid.
Presso l'altare del santuario mariano sul monte Figogna sono stati esposti significativi striscioni dedicati alle crisi più acute del momento, da Leonardo Automazione all'ex Ilva. Proprio una delegazione di lavoratori di Leonardo ed ex Ilva aderenti alla Cisl Liguria hanno incontrato monsignor Tasca prima della celebrazione religiosa.

"La nostra città - ha detto il francescano veneto designato da Bergoglio alla successione del cardinal Bagnasco - non può perdere posti di lavoro. Nessuno può permettersi questo perché ne va di mezzo il nostro futuro e di questo, come pastore, sono molto preoccupato". Nell'omelia l'arcivescovo ha inoltre sottolineato che "visitando le varie comunità sento molta paura, disagio e angoscia, ho condiviso questa preoccupazione con le autorità".
Per parte sua, monsignor Luigi Molinari, direttore dei cappellani del Lavoro, ha detto che "la vita della nostra città è appesantita da criticità immediate come la sorte della Business Unit Automazione di Leonardo e dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano".

Al termine della funzione religiosa Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria, ha detto: "Questa è l'ora del buonsenso e della responsabilità, ma anche della concretezza. Da Leonardo all'Ilva vediamo che su queste vertenze c'è coesione con le istituzioni del territorio e la Chiesa. Tutti sono schierati insieme a noi per la difesa del lavoro. Ora pero tocca al Governo, che peraltro è l'azionista di queste aziende, fare la sua parte". In una nota, il segretario generale della Uil Mario Ghini ha infine sottolineato che "alla Madonna della Guardia si rivolge da sempre anche il mondo del lavoro che cerca giustizia sociale. A Genova ne abbiamo un gran bisogno perché gli animi sono agitati a causa dell'industria che naviga a vista, Ilva e Leonardo in testa, e un turismo che stenta a partire a causa del brutto colpo ricevuto dalla pandemia. Occorre unità per raggiungere gli obiettivi che possano dare un futuro a questo territorio".