cronaca

Il suo fegato è stato portato subito a Milano. La ragazza prendeva diversi farmaci, indagini in corso
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 Una mattinata di speranza nel grande dolore per la morte di Camilla Canepa,
la diciottenne che ieri nel primo pomeriggio è perita al San Martino di Genova dopo una trombosi conseguita alla prima dose di vaccino AstraZeneca ricevuto il 25  maggio. Proprio oggi si è anche scoperto che la giovane soffriva di una malattia autoimmune del sangue, la piastrinopenia, una carenza cronica di piastrine.

I genitori della ragazza hanno deciso per la donazione degli organi della figlia, che potranno salvare la vita a diverse persone. Il primo organo espiantato è stato il fegato, affidato alla staffetta che venerdì mattina è partita per l'ospedale Niguarda di Milano.

Oggi è previsto l'espianto di altri quattro organi oltre al tessuto che verrà messo a disposizione dell'anatomopatologo della Procura. I polmoni di Camilla andranno a Torino, il cuore a Padova, il fegato come detto all'ospedale Niguarda di Milano e i reni resteranno a Genova. "Un gesto ammirevole, un grande gesto d'amore", ha detto il direttore generale del San Martino Giuffrida.

Nel frattempo la procura di Genova ha cambiato il fascicolo dell'inchiesta trasformandola in "reato di omicidio colposo". Fatto normale in questi casi. Sul corpo della giovane verrà eseguita l'autopsia. Sulla data dei funerali non vi sono ancora certezze: Sestri Levante ha dichiarato il lutto cittadino per il giorno delle esequie. La salma sarà probabilmente restituita alla famiglia martedì prossimo.

Arrivano anche maggiori dettagli sui medicinali somministrati a Camilla: la 18enne infatti soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare e assumeva una doppia terapia ormonale. Gli investigatori vogliono capire se le due patologie fossero state indicate nella scheda consegnata prima della somministrazione del vaccino, il 25 maggio. Tra i documenti che stanno acquisendo i militari anche le relazioni dei dirigenti medici del San Martino Pelosi e Brunetti.

Secondo fonti investigative, nella cartella clinica acquisita presso l'ospedale di Lavagna, acquisita dai Nas, sarebbero indicati sia la piastrinopenia autoimmune ereditaria che la somministrazione di un farmaco ormonale che sarebbe avvenuta qualche giorno dopo la vaccinazione. Per quanto riguarda il primo aspetto, deve essere verificato se nell'anamnesi richiesta prima della vaccinazione sia stata segnalata la piastrinopenia ereditaria.