salute e medicina

Una volta le notizie le avremmo verificate fino in fondo prima di darle in pasto ai lettori o agli ascoltatori
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Premesso che il vaccino lo farò, ma solo fra qualche mese perché di recente ho pensato bene di prendermi il Covid, devo con franchezza dire che questa volta dissento dall'opinione del collega e amico Mario Paternostro. Lui scrive che i sessantenni colpevoli di aver rifiutato il siero Astrazeneca dovrebbero scusarsi con i diciottenni, e in generale con i giovani che invece, grazie all'open day di Regione Liguria, sono corsi a farsi l'iniezione immunizzante proprio con quel medicinale rifiutato dai loro nonni, zii e in qualche raro caso genitori ormai vicini alla vecchiaia.

La lezione dei diciottenni ai sessantenni egoisti - IL COMMENTO


È qui, caro Mario, che dissento. Conosco decine di persone che non hanno voluto Astrazeneca e posso garantire che tutto sono tranne che egoisti pronti a contagiare il prossimo, oltre che a rischiare la propria pelle. E neppure sono contrari ai vaccini. Cioè: se domattina gli offrissero la possibilità di vedersi somministrare un altro farmaco, non avrebbero alcun dubbio nel farsi fare la puntura.

Bisogna chiedersi, allora, come mai tanta gente, centinaia se non migliaia di persone, siano arrivate a questo punto. E la risposta è molto semplice nella sua assurdità: c'è stato un tale bombardamento di notizie, poche vere e troppe fake, dalle quali in molti hanno tentato di uscire con consapevolezza e invece non hanno trovato altra strada se non quella della sfiducia e, di conseguenza, del rifiuto.

Sbagliato? Ne sono convinto. Ma l'onestà intellettuale mi impone di riconoscere che in questo caso i dubbi sono e restano leciti e vanno rispettati. Breve storia di Astrazeneca: prima il vaccino viene destinato agli under 60, poi viene addirittura bloccato dalle autorità sanitarie e da quelle politiche, quindi è liberato ma viene consigliato non più agli under bensì agli over 60, infine viene detto che è buono per tutti salvo un pizzico di attenzione per la fascia fra i 40 e i 50 anni.

Caro Mario, se un collega ti avesse proposto una notizia con tante contraddizioni sei così sicuro che l'avresti fatta pubblicare? Io certamente no. E già che ci siamo: la nostra categoria non ha proprio niente da rimproverarsi nella escalation del timore legato ad Astrazeneca? Per quanto mi riguarda, e lo dico da giornalista incallito, credo che abbiamo parecchie cose da farci perdonare. Una volta le notizie le avremmo verificate fino in fondo prima di darle in pasto ai lettori o agli ascoltatori. E le opinioni tu per primo le avresti cestinate se fossero state in odore di cazzate. Quante ne sono girate, sul tema pandemia? Temo che l'inseguimento dei like, quando parliamo di social network, abbia molto condizionato tutta questa storia.

Dunque, non mi fa specie che in questo casino (che si sta ripetendo a proposito dell'abbandono della mascherina e dell'utilità dell'esame sierologico dopo la vaccinazione) molti, moltissimi liguri abbiano deciso di non vaccinarsi di fronte ad Astrazeneca. E sarei anche curioso di sapere quanti di questi dubbiosi abbiano convinto nipoti e figli a evitare l'open day. Sono d'accordo con te, caro Mario: ci sono tante ragioni per cui bisogna dire grazie ai diciottenni o anche scusarsi con loro, visti i tanti disastri che noi adulti siamo riusciti a combinare in tema di economia o di ambiente, ad esempio. Ma fra di esse non credo possa rientrare il rifiuto di Astrazeneca.